Recensione Lady Maciste – LAUT

Lady Maciste
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Il nuovo EP dei Lady Maciste, tra Rimini e Palm Desert

Lady Maciste, duo riminese nato dalle cenere degli Akemi, seguono quel filone Stoner/Grunge che, nell’underground nostrano, continua fortunatamente a sfornare ottimi dischi per gli amanti di Queen of the Stone Age e affini.

Laut, primo lavoro per i fratelli Parma (Gianluca e Roberto), getta le basi per quelle sonorità psych/bluesy a cui davvero pochi possono resistere.
Sei brani senza fronzoli, belli corposi e ignoranti, da ascoltare tutti d’un fiato.

Il Disco

Immaginatevi di trovarvi nei dintorni di Palm Desert, magari intorno al ’97, in pieno periodo Desert Sessions…
Questo Laut suona come una cassetta di b-sides, dove oltre ai già sopraccitati QOTSA si aggiungono pure KyussAlice in Chains1000ModsSleep… e la lista potrebbe andare avanti.

Già la doppietta iniziale Bruto Pink fa subito capire che aria tira: delle belle schitarrate fuzzanti e una batteria al granito made in Sky Valley.

Come già detto prima, c’è poco tempo per rilassarsi, il pedale è sempre sull’acceleratore.
Nella successiva Devil is My Bride l’unica (leggerissima) pausa è dovuta a degli intrecci psichedelici in chiusura, che quasi fanno da ponte per il Blues sporco e ipnotico di Gong.

Oltre a psichedelia, stoner e blues, c’è pure l’occasione per aggiungere anche ingredienti di noise, punk grunge al calderone di Laut; Tocca quindi ai due brani più cupi e malinconici, Ted Bundy Just a Kid, chiudere il disco.

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In sintesi

In meno di mezz’ora, Laut si piazza senza fatica tra le uscite più interessanti della scena underground tricolore, grazie a una formula chitarra/batteria essenziale, ma potentissima.
Per i fan dello Stoner è un ascolto doveroso. In attesa di un LP che, se segue questa strada, non avrà problemi a piazzarsi tra le migliori uscite.

Tracklist

  1. Bruto

2. Pink

3. Devil is my bride

4. Gong

5. Ted Bundy

6. Just a Kid

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