Non ci libereremo mai di Despacito. Ma forse la colpa è anche nostra.
Pensavate che fosse finita, vero? E invece no. Neppure l’intervento degli hackers ha potuto evitare che Despacito, il più famigerato tormentone estivo del decennio, continuasse a perseguitarci ancora fino ad oggi. Il colmo della misura è stato raggiunto, ora che la canzone è entrata nel Guinness dei primati non in una, ma in ben sette categorie diverse. Tutte categorie, come immaginerete, legate al consumo di musica online. Tranne una. Che sono (riportiamo pari pari dalla fonte):
Most weeks at No. 1 on Billboard’s Hot Latin Songs Chart;
Most-viewed music video online;
Most viewed music video on YouTube (duet);
Most-streamed track worldwide;
First YouTube video to receive 5 billion views;
Most viewed video online;
Un trionfo per tutti i cantanti ispanici che dagli anni ’80 invadono con i loro motivi le nostre radio e le nostre spiagge. Ma il vero motivo di riflessione qui è il cambiamento imposto dai modi di fruizione della musica sulla rete: è stata la natura virale di Despacito a portare la canzone ad avere tanto successo. E le continue critiche e ostilità dimostrate dai numerosi detrattori non hanno fatto altro che portare ancora più attenzione sulla canzone di Luis Fonsi e colleghi.
Allo stesso tempo, è vero naturalmente che se una canzone ha grande successo e il videoclip allegato viene visto da milioni di persone, ciò non ne fa necessariamente un capolavoro, anzi. Piuttosto, questo dice tutto sull’epoca dell’apparenza in cui viviamo, nella quale basta un videoclip “accattivante” e un ritornello orecchiabile per fare milioni di views.
Ma rimane il fatto che se questo video è stato visto da cinque miliardi di persone – cinque miliardi – insomma, qualcuno deve averlo guardato, no? E voi non avete niente da dire? Sicuri di non avere niente da nascondere? Comunque sia, forse la cosa migliore sarà tapparci le orecchie e chiudere gli occhi finché questa canzone non scomparirà nelle nebbie del tempo come People from Ibiza e la Macarena. Forse.