Romanzo Criminale: 10 anni dopo, le rivelazioni

Sono passati dieci anni dalla messa in onda della prima puntata della fortunata serie. Dopo una decade e un grandissimo successo, il cast si riunisce a Firenze in occasione del Wired Nextfest 2018.

Romanzo Criminale
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Romanzo Criminale compie 10 anni. La reunion del cast sul palco del Wired Nextfest 2018 a Firenze.

Sono passati 10 anni dall’uscita della serie tv di Romanzo Criminale. Un progetto che ha cambiato il modo di fare e di vedere le serie, in Italia. Sul palco del Wired Nextfest 2018, si è riunito il cuore centrale della serie. Dopo una breve clip di presentazione entrano in ordine: Marco Bocci, Nils Hartmann (responsabile di Sky Italia), Vinicio Marchioni, Francesco Montanari, Alessandro Roja, Stefano SollimaRiccardo Tozzi e Daniela Virgilio.

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A rompere il ghiaccio è Riccardo Tozzi, produttore cinematografico, fondatore e presidente di Cattleya:“Bisogna assolutamente partire dal romanzo di Giancarlo De Cataldo.”

“Come società di produzione ci siamo sempre interessati al cinema di genere. Il libro ci fu portato da un editor di Mondadori che lo presentò come un crime, cosa che noi all’epoca cercavamo. Ovviamente non volevamo produrre un qualcosa di già visto. L’editor mi disse che era un romanzo incentrato tutto dal punto di vista dei cattivi. Ah dissi io, una specie di romanzo criminale. E lui mi rispose:No guarda si chiama proprio così: Romanzo Criminale“”.

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Continua Tozzi“Da li comprammo i diritti che sfociarono nella produzione del film. Fu faticoso all’inizio, soprattutto perchè faticammo nel trovare un regista. Molti erano interessati, ma quasi tutti si tirarono indietro, fondamentalmente per lo stesso motivo: avevano paura di lavorare a un film che raccontava il punto di vista dei cattivi. Eravamo disperati, anche perchè era già pronta la sceneggiatura e avevamo già in mente una buona parte del cast.

Poi è arrivata la telefonata di Michele Placido“Ho letto le prime 50 pagine, di più non leggo. Ma come te lo faccio io, non te lo fa nessuno.”

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Riccardo Tozzi parla di un punto di rottura creato da Romanzo Criminale. Prima il crime, in Italia, era trattato in maniera molto moralistica, quasi educativo. Qui trattiamo di personaggi ambigui. C’è una linea sottile tra il bene e il male. Non sono personaggi schematici. Una serialità italiana che fosse cinematografica, non in studio, ma che potesse toccare con mano, la strada, le persone. Il tutto con un metodo di lavoro come se fosse un film. Nils Hartmann, Senior Director di Sky Italia, una volta visto il film si incontra con Riccardo Tozzi. I due dopo una chiaccherata decidono di fare la serie tv ispirata al film.

Il microfono passa nelle mani di Nils Hartmann“Una cosa che non ho mai raccontato a nessuno è che un manager di Sky, preoccupato mi disse: -Oh no, un’ altra serie sulle brigate rosse.- Non aveva capito niente, quindi mi sembrava un buon motivo per farla”. E continua:“Per noi di Sky c’è un prima Romanzo Criminale e un dopo Romanzo Criminale. Un rinascimento per le serie italiane”.

Tra i motivi principali del successo, indubbiamente sono stati Stefano Sollima e il cast. Sollima che ha preso in mano il timone quando, nuovamente nessuno la voleva fare. Il regista era entusiasta, in quanto, la lunghezza della serie avrebbe avuto maggior sviluppo dei dettagli per la trasposizione del romanzo, a differenza del film. Il romanzo conta circa 600 pagine. Stefano Sollima aggiunge: “la scelta del cast era fondamentale, dovevamo resettare l’immaginario dei personaggi che si era venuto a creare con gli attori straordinari del film”.

Come gli attori hanno ottenuto la parte?

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Francesco Montanari che ha interpretato il Libanese ha raccontato di avere fatto 6 provini con Sollima.“In occasione del nostro primo incontro mi presentai con un maglione rosa”, racconta Francesco. Stefano guardò il maglione e gli chiese per quale parte si era presentato. “Sto qui per il Libanese“. Racconta Montanari“Vabbè, sei sicuro?” fu la risposta di Sollima. All’ultimo provino, Sollima disse a Montanari che se voleva il contratto, avrebbe dovuto fargli uno “sguardo da contratto”. È così che è nato lo sguardo del Libanese.

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Dopo il Libanese è il Freddo a parlare. Il Freddo è interpretato da Vinicio Marchioni, che di provini ne ha fatti tre. Dopo il terzo, fu richiamato dalla responsabile del casting, “ci siamo quasi, manca ancora qualcosa, non so se Sky, Cattleya o Stefano hanno bisogno di vedere ancora delle cose”. Arrivato all’incontro trova Alessandro Roja, che stava sostenendo i provini per la parte del Dandi. Sollima annunciò loro che erano stati i primi ad essere stati scelti. Ma il racconto assume molto più colore quando è Alessandro Roja a raccontare la vicenda.

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“Per anni, ho sognato di fare causa a Stefano Sollima“. Dichiara Alessandro Roja. Continua nel racconto Roja“In quel periodo, chiunque, anche i tombini avevano fatto il provino per Romanzo Criminale. Era un periodo eccitato per la questione. Come atto capitalista-liberatorio mi ero andato a comprare un paio di jeans. Quando mi arriva la telefonata da parte della casting che mi dice “ci siamo quasi, devi presentarti oggi allo studio per risolvere un problemino. Manca poco.” Una volta nella sala incontra Marchioni, dove i due iniziano a farsi ogni genere di congettura. I due restano in una stanza per quaranta minuti con una telecamera puntata contro, ignari dello scherzo. Al termine del quale Sollima perentorio pronuncia le seguenti parole: “benvenuti a bordo”.

Daniela Virgilio interpretava Patrizia. Quando ancora non sapeva di avere ottenuto la parte fu chiamata dal casting per una prova costume. Davanti a una sorta di commissione d’esame le fecero provare moltissimi vestiti, gli tagliarono i capelli e fecero su di lei ogni genere di prova trucco. ” Io mi dvertivo di più nelle scene cazzute, come quando finalmete Stefano mi fece usare la pistola e mi disse “mo devi fà ‘a mignotta”. Dichiara Daniela Virgilio.

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Prende infine il microfono Marco Bocci che prestava il volto al commissario Nicola Scialoja“Sono passati dieci anni, ma noi siamo gli stessi cazzoni di una volta. Mentre Daniela è la stessa imbranata nelle interviste.” Inizialmente Bocci fece i provini per il Nero. E si stava preparando facendo le cose più cretine che un giovane attore poteva fare: si tinse i capelli, non dormiva per tre giorni di fila, arrivando totalmente devastato ai provini. Fingeva di essere romano, ma andò avanti per due o tre provini per il Nero. Lo chiamarono proponendogli di lasciare perdere, ma che lo avrebbero voluto rivedere per la parte di Scialoja“Andai immediatamente in crisi, mi ero letto il romanzo in due giorni per capire al meglio la parte del Nero. Quindi lo rilessi, di nuovo in due giorni, per poter capire al meglio la parte di Scialoja. E mi resi conto che era un personaggio molto più presente.”

Dopo altre notti insonni e un po’ di prove costume, fu confermato per la parte del commissario.

 

Un successo che ha segnato un nuovo modo di intendere il crime e le serie tv in Italia e che a distanza di tutti questi anni ha ancora il suo seguito di fan. Una serie cruda, ma anche piena d’amore.

Per gli attori è stato un trampolino di lancio fondamentale, bastano le parole di Daniela Virgilio“In cile un venditore ambulante di empanadas mi ha riconosciuta”.

Per l’occasione, sia Sollima, Tozzi che Hartmann hanno dichiarato che la serie non avrà ne prequel ne sequel, è un progetto chiuso.

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