REDUXER degli Alt-J ha tutti i pezzi al posto giusto. E ci piace.
Ieri è finalmente uscito REDUXER, l’ultimo ambizioso progetto degli Alt-J. Per chi non sapesse di cosa si tratta, è presto detto. REDUXER è una versione remix dell’ultimo album del gruppo inglese, Relaxer, uscito nel 2017 e da noi recensito qui. In questo nuovo lavoro, gli Alt-J hanno voluto affidarsi a diversi collaboratori, tra cui produttori e rapper, per trasformare il loro album in qualcosa di completamente nuovo. E ve lo vogliamo dire: il progetto aveva sollevato diversi scetticismi, anche da parte nostra. Si dubitava che un’opera del genere potesse avere un senso, o potesse andare a buon fine.
Bene, ci sbagliavamo. REDUXER è uno dei migliori album hip-hop del 2018, o crossover hip-hop, a seconda dei punti di vista; in realtà una classificazione precisa è difficile. La prima cosa che viene in mente ascoltando quest’album è il famoso Grey Album di Danger Mouse, realizzato nel decennio scorso unendo il White Album dei Beatles con il Black Album di Jay-Z. Qui si ha la stessa impressione di un connubio perfetto. Gli elementi usati sono sempre quelli giusti, uniti al momento giusto, senza sbavature di stile e senza pretenziosità artistica.
La seconda cosa che viene in mente è che REDUXER raggiunge un duplice scopo. Ossia: fare ascoltare un album quasi completamente nuovo, tale è il livello di manipolazione delle tracce originali, e allo stesso tempo portare l’ascoltatore a rivalutare e apprezzare di più quelle stesse tracce del 2017. Sembra di sentire due album, uno sovrascritto sull’altro, e i due lavori si compenetrano e si impreziosiscono a vicenda.
Alcuni dei collaboratori presenti: Pusha T, Twin Shadow, Danny Brown, PJ Sin Suela, Little Simz, Tuka. La trasformazione riesce particolarmente bene in tracce come In Cold Blood, già un classico moderno nella versione originale; oppure in Adeline, che si lascia andare piacevolmente alla trap. Giusto un poco più deludente è il risultato in una canzone come House of the Rising Sun, che necessariamente si confronta con una storia troppo lunga e complessa. Ma si compensa subito con risultati del tutto inaspettati come quello di Hit Me with That Snare, che diventa un neo-soul con tinte funk e nostalgiche alla Motown.
Insomma, REDUXER è la dimostrazione del fatto che gli Alt-J possono davvero fare tutto. Un disco straordinariamente riuscito, che non tenta di andare troppo in là, ma nemmeno cerca di trattenersi. Un album che per certi versi è anche un simbolo delle perfette sintesi musicali che, volendo, si possono creare con le tecnologie moderne, ma anche con il contemporaneo spirito di collaborazione e di reciproca crescita artistica.