Sharp Objects è una serie tv diretta da Jean Marc-Vallée, scritta da Marti Noxon con Amy Adams, Patricia Clarkson e Chris Messina. La prima stagione è composta da otto episodi, in America è stata trasmessa da HBO mentre in Italia è stata distribuita da Sky Atlantic. Sharp Objects è tratta dal romanzo Sulla pelle del 2006 di Gillian Flynn. Al momento le notizie sul web confermano che non ci sarà una seconda stagione, in quanto il progetto è stato concepito con un ciclo narrativo che si chiude con un’unica stagione, la visione dello show lo conferma, ma non è ancora detta l’ultima parola, a volte le decisioni mutano. Vi lascio allora a Sharp Objects – Recensione Serie tv.
Sharp Objects – Recensione Serie tv
Camille è una giornalista che vive a Saint-Louis, da poco uscita da una clinica psichiatrica. Per un caso di omicidio di una ragazzina, ed un successivo rapimento di un’altra, viene mandata dal suo capo per scrivere un pezzo nella sua città natale (dove si stanno svolgendo i fatti) Wind Gap, nel Missouri. Il pilot apre con la sequenza di due ragazzine sui pattini che giocano insieme, poi entrano in un’enorme villa arricchita da pareti color pastello. La macchina da presa entra nella casa, un edificio imponente che crea un’atmosfera differente, quasi fiabesca. La scena cambia e finalmente conosciamo Camille (Amy Adams) che sin da subito si dimostra un personaggio schivo e di poche parole. Dopo poco la protagonista scoprirà il viaggio che sarà costretta a fare, anche se molto riluttante, i suoi contatti con sua madre il suo patrigno e la sua sorellastra infatti sono completamente nulli. Ma il pezzo da scrivere è troppo succulento, ed il fatto che Wind Gap sia la città natale dell’autrice è un ulteriore valore aggiunto. Non si nasconde sullo schermo la dipendenza dall’alcool di Camille, ma si intuisce però che ci sia qualcos’altro sotto di ben più grande.
Intanto continuano a intervallarsi con la narrazione del presente, diversi flashback che vedono una Camille poco più che adolescente. Un viaggio di questo tipo non può che riportare la memoria agli anni della gioventù. Arrivata in città, comincia subito a chiedere in giro e rivedere vecchie conoscenze, dopo diverse ore però deve compiere il fatidico passo: andare a salutare sua madre Adora (Patricia Clarkson). Conosce anche un detective di Kansas City inviato sul posto per aiutare con le indagini: Richard Willis (Chris Messina). Oltre al suo rapporto molto conflittuale con sua madre Adora, Camille cercherà di recuperare gli anni trascorsi con sua sorella Amma (Eliza Scanlen).
Sharp Objects – Recensione Serie tv
Sharp Objects è una miniserie portentosa, numerosi fattori sono bilanciati con armonia tra loro. La sceneggiatura è un adattamento al romanzo molto curato, e funziona alla perfezione. Sono molteplici i tremi trattati e gli spunti che offre, tra questi di sicuro il più difficile da portare sullo schermo è l’autolesionismo e l’orrore che questo disturbo porta a chi ne è afflitto. Inoltre, sempre intrecciato con l’aspetto thriller e poliziesco della storia, si parla del rapporto madre-figlia, di quanto possa essere malato e deleterio. E’ abbastanza ovvio sin da subito allo spettatore che Camille viene da una storia davvero traumatica ed è scappata dalla piccola città senza aver molta scelta. Il personaggio della protagonista è infatti molto ben delineato, ed è fondamentale per lo svolgimento dei fatti. Le indagini si incastoneranno irrimediabilmente con la vita privata di Camille, anche a causa dell’importanza della madre all’interno di Wind Gap, Adora infatti è una ricca proprietaria di un mattatoio di maiali ed è una personalità molto influente. Di nuovo un progetto che pone la lente di ingrandimento su un piccolo centro americano, gli Stati Uniti più nascosti che emanano arretratezza e razzismo.
Il cast è un insieme di attori con un grande talento, ben bilanciati tra loro. Su tutte Amy Adams svolge forse il ruolo più complesso, data la particolarità del personaggio di Camille. Nel ruolo di Adora c’è Patricia Clarkson che svolge un lavoro eccelso con il personaggio della madre: una donna sempre molto tranquilla e pacata, ma capace di dire frasi che distruggerebbero chiunque. Anche gli altri aspetti tecnici sono fantastici: la fotografia, le musiche, la regia, tutto è essenziale per trasportarci nella particolare atmosfera di una cittadina del Missouri. Il regista di questa miniserie è al suo secondo progetto, il suo precedente è stato Big Little Lies, possiamo certamente dire che ancora una volta ha fatto centro. Si possono anche trovare analogie tra le due serie tv: Jean Marc-Vallée tende a soffermarsi in entrambi su personaggi femminili molto forti e con un passato oscuro, ma sempre con uno stile ed un ritmo eccellenti. Non perdetevi questa miniserie nuova di zecca, che tra l’altro offre anche una soluzione finale che lascia attoniti.