I BROCKHAMPTON pubblicano il primo album di quella che sarà la loro nuova trilogia.
A detta degli stessi membri del gruppo, l’estate 2018 è stata per loro la più lunga della loro vita. Iniziata con l’addio di Ameer Vann, allontanato dal gruppo dopo accuse di molestie sessuali, i BROCKHAMPTON hanno dovuto reiventarsi. In cantiere c’erano ben 3 album che avrebbero dovuto seguire la loro ottima SATURATION TRILOGY, comprensiva di ben tre album pubblicati in un anno appena, ma che non hanno mai visto la luce.
Sicuramente la motivazione è dovuta al fatto che molti dei pezzi presenti negli album avessero la firma di Ameer. Un mese dopo da questi avvenimenti, tuttavia, la band annuncia la sua prima comparsa in un Late Night show, presentando un nuovo brano e dando indizi su un ipotetico nuovo album chiamato THE BEST YEARS OF OUR LIFE. Il pezzo in questione è TONYA, presente poi nell’album appena uscito. Proprio da questa esibizione, inizia l’evoluzione dei BROCKHAMPTON.
Un’estate movimentata
Dopo l’esibizione al Late Night di Jimmy Fallon la band annuncia che stanno lavorando per fare in modo di far uscire per tutta l’estate pezzi nuovi, ma senza parlare di effettivi album in lavorazione. Qualche settimana dopo viene pubblicata 1999 WILDFIRE che presenta un effettivo cambio di rotta stilistico della band.
A consolidare la voglia dei BROCKHAMPTON di mettersi alle spalle il passato, il pezzo successivo 1998 TRUMAN, che come il precedente riprende elementi decisamente più melodici. Un ritorno alle origini, per così dire, si ha invece con 1997 DIANA, ultimo singolo estativo della band. Da lì, si sono concentrati sul tour europeo, conclusosi al Leeds Festival in Inghilterra. La band dopo poco annuncia che si sarebbero fermati a registrare nientedimeno che ad Abbey Road, facendo comprendere che un album è finalmente pronto per essere pubblicato.
Iridescence, registrato in una decina di giorni appena, è una sorpresa da molti punti di vista. I singoli presentati durante l’estate avevano già dato la sensazione che i BROCKHAMPTON si fossero gettati su modelli stilistici vagamente considerati nella produzione dei primi SATURATION, ma mai davvero abbracciati fino in fondo. Tuttavia, se i singoli ricordano molto lo stile R&B degli OutKast, l’album inizia con NEW ORLEANS, che gira intorno ad un sample dal sapore industrial ed un beat parecchio duro.
Questo tipo di pezzo, che ricorda sicuramente il lavoro dei DEATH GRIPS, per l’attitude ”punk” e l’aggressività di ogni suo elemento stilistico, verrà riproposto più avanti. Menzioni necessarie, a tal proposito, sono J’OUVERT e DISTRICT, il primo dei due che è anche il primo singolo estratto dall’album.
A seguire, il secondo pezzo, THUG LIFEcon una delicata melodia di pianoforte e un beat vecchia scuola sembra portarci in un album di 2PAC. Non mancano poi di certo momenti decisamente più pacati, come il pezzo SOMETHING ABOUT HIM e SAN MARCOS che sono decisamente sottotono rispetto all’attitudine parecchio punk dell’album. Piacevole sopresa è stato invece ritrovare TONYA, delicata ballad accompagnata dal pianoforte che fa intelligente riferimento al film Tonya per descrivere il rapporto della band con la fama.
Il disco poi è incredibilmente saturo di sample di ogni tipo: il brano TAPE ha un sample del drum beat della ben più famosa canzone dei Radiohead, Videotape, di cui il titolo è proprio un omaggio. Senza dimenticare poi la presenza di un sample vocale che ripete all’inizio di alcuni pezzi ”Take it all or leave it all” che ricorda parecchio l’inizio di qualche pezzo techno anni 2000′.
La musica cambia, ma non quello che c’è dietro
I BROCKHAMPTON hanno pubblicato un album che è decisamente negli schemi di quelli precedenti: vogliono scrivere un album che parli di loro, in cui gli ascoltatori si possano ritrovare. Vogliono farti arrabbiare, urlare contro tutti quelli che non credono in te e che non hanno creduto in te, ma vogliono anche farti sentire al sicuro quando c’è bisogno. Vogliono che quello che scrivono e producono sia il più autentico possibile, non vogliono far esistere barriere tra loro e gli ascoltatori.
Mettono l’empatia al primo posto e vogliono creare la situazione migliore per permettere questo scambio di sentimenti. E lo fanno in tutti i modi possibili, che sia con una ballad struggente, con un pezzo cattivo con i bassi boostati o con un pezzo alla Kanye West con compressore vocale e mille sample dietro.
I BROCKHAMPTON cambiano di anno in anno, con un’estetica sempre diversa e uno spirito sempre diverso, cercando di spingersi oltre i loro limiti e la loro comfort zone. Quando in periodo sterile di contenuti come questo escono progetti come questo, è un dovere morale sostenere certi artisti. Questo comunque è solo il primo dei tre album che la band pubblicherà quest’anno, confermando che una nuova trilogia è in cantiere. Si aspetterà con ansia il resto!