Due capolavori della televisione moderna, due pugni allo stomaco incredibilmente intensi e realizzati con una maestria senza pari. Sia il sesto, che l’undicesimo episodio di questa quinta stagione, sono dei tuffi nel cuore di Bojack Horseman e nella sua vita travagliata. Puntate profonde e drammatiche, realizzate attraverso scelte autoriali, che le rendono leggermente diverse dalle precedenti, ma utili per dare vita a delle vere odissee del dolore. Nulla è scontato e niente è prevedibile, lo è solamente il senso di vuoto che coglie lo spettatore alla fine di ogni puntata. Se vi siete disperati nelle scorse puntate, non preoccupatevi, continuerete a farlo, ma meravigliandovi al tempo stesso per la tecnica utilizzata.
4) Lo sviluppo dei personaggi
I personaggi di Bojack Horseman, non sono mai stati così approfonditi ed analizzati, come in questa quinta stagione. Una vera e propria lenta d’ingrandimento sulla vita e sul passato dei protagonisti dello show, utile per comprenderli al meglio nelle loro azioni quotidiane. Sia Mr. Peanutbutter, che Princess Carolyn finiscono quindi al centro dell’attenzione, dando modo allo spettatore di scoprire qualcosa in più sul loro conto, ma soprattutto sul loro passato. Una serie di risvolti narrativi, ben amalgamati con il resto, che non fanno altro che rendere ancora più sfaccettati e complessi i loro personaggi. Un focus per niente forzato e pretestuoso, poiché utile ai fini della trama e nella costruzione di situazioni future. L’ennesimo trionfo di questa quinta stagione, che si conferma come la migliore realizzata fino a questo momento.
Profonda, complessa, introspettiva, mai banale e dannativamente interessante; questa quinta stagione di Bojack Horseman ha praticamente tutti gli ingredienti necessari per la realizzazione di un vero capolavoro televisivo. Un tripudio di tecnica e di scrittura coerente, che risulta una vera gioia per gli occhi, per la mente e per il cuore dello spettatore. Un ennesimo giro nella vita tormenta del protagonista, che a quanto pare sembra essere tornato sui propri passi autodistruttivi. Dodici puntante di puro divertimento e dramma, che riescono ad essere tutte incredibilmente utili e interessanti ai fini della trama, senza mai scadere nel prevedibile e nel già visto. Una stagione che fa anche da sfondo ad una critica fine ed intelligente al sistema di Hollywood e a tutti quegli scandali sessuali, che hanno caratterizzato questo 2018. In poche parole, un vero trionfo di tecnica ed di ingegno narrativo, da cui è impossibile uscirne indifferenti.