Se ancora è caldo il trionfo di Roma alla 75esima mostra del cinema di Venezia, incandescente, invece, è la polemica sulla vittoria del film prodotto da Netflix.
A tuonare più di tutti sono stati gli esercenti e gli autori del mondo del cinema. Infatti, l’Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), sul suo profilo twitter ha pubblicato una lunga nota spiegando perché il Leone d’Oro assegnato al film di Alfonso Cuarón sia da ritenersi “iniquo”. Una posizione, questa, abbracciata anche da Fice (Federazione Italiana Cinema d’Essai) e Acec (Associazione Cattolica Esercenti Cinema).
CINEMA: VENEZIA, IL LEONE DOMATO DA NETFLIX pic.twitter.com/yHIugatz8Q
Una controversia che, come spiegato nella nota, non è legata alla qualità o alla validità di Roma. Piuttosto, il problema, per le tre associazioni, è che a trionfare sia stato un film che “non è destinato alla visione in sala“, tanto che:
“ANAC, FICE e ACEC ritengono iniquo che il marchio della Biennale sia veicolo di marketing della piattaforma NETFLIX che con risorse ingenti sta mettendo in difficoltà il sistema delle sale cinematografiche italiane ed europee.”
Un titolo, quello del Leone d’Oro, che, secondo quanto scritto, dovrebbe essere assegnato ad un film “alla portata di tutti, nelle sale di prossimità, e non esclusività dei soli abbonati alla piattaforma americana“.
Il comunicato intitolato Cinema:Venezia, il leone domato da Netflix si chiude con due appelli. Il primo è rivolto al direttore della mostra del cinema di Venezia, Alberto Barbera, il cui mandato scadrà nel 2020. A lui, le associazioni chiedono di rivedere per la prossima edizione “la sua posizione“. Il secondo, invece, è un appello al Ministre della Cultura per varare una normativa che regoli “un’equa cronologia delle uscite sui diversi media“. Modello di riferimento dovrebbe essere la Francia, dove, per il medesimo problema della distribuzione, si decide di chiudere le porte del Festival di Cannes ai lavori targati Netflix.
Netflix vs Cinema. Una battaglia che è stata al centro della mostra di Venezia per tanti motivi. Tra gli attizzatori di questo fuoco c’è stato anche David Cronenberg, a cui hanno conferito il Leone d’Oro alla carriera. Il regista canadese, a differenza di molti colleghi, ha deciso di abbracciare la causa di Netflix, considerando l’avvento della piattaforma americana come una rivoluzione. Talmente forte che riscriverà il ruolo della sala cinematografica, come la tecnologia ha fatto con il vinile. Un oggetto del passato ricordato da molti, ma cercato da pochi.
Dello stesso avviso è anche Barbera che tirando le somme, davanti ad un’edizione più che positiva, ha affermato che:
“Tutte le eventuali polemiche su questa vittoria sono effetto di una nostalgia che non si misura con la realtà di Netflix. La piattaforma più importante, ma che vede protagonista anche Amazon e a breve altri soggetti. Sembra comunque che Netflix stia per comprare una catena di sale cinematografiche negli Usa. Insomma il futuro sarà tra sale e questa nuova realtà streaming. Difendere il passato significa solo perdere opportunità.”
La rivoluzione di Netflix nel mondo della settima arte è solo agli inizi. Roma e il suo Leone d’Oro hanno solo acuito una discussione che ora ha due visioni: Venezia, che apre, e Cannes, che chiude.
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