Sala buia, schermo nero che recita il nome della regista e vergognosi insulti a Jennifer Kent. Un Festival di Venezia che diventa fin troppo edulcorato. Dai fischi degli anni passati al contestatissimo Madre! di Darren Aronofsky all’insulto personale. “Vergognati, puttana. Fai schifo“. Questo è stato riferito alla regista Jennifer Kent, già autrice dell’acclamato horror psicologico Babadook. Prontamente, gli organizzatori del Festival hanno ritirato l’accredito dell’autore del becero gesto che si è scusato prontamente con un post su Facebook. Scuse che non sono bastate per non farsi cacciare dalla Biennale.
Durante la conferenza stampa, la regista Jennifer Kent ha risposto così:
«È importante reagire con compassione e amore all’ignoranza. Si tratta di una storia che deve essere raccontata nel 2018. Essere l’unica donna regista non mi rende felice, mi piacerebbe avere altre sorelle registe qui. Il compito del cinema è riflettere il mondo, e certo il rapporto uomini/donne qui è squilibrato. Il tema è molto importante. Il mio film parla di rispetto delle donne che non sono il solo gruppo sociale sottorappresentato. È una strada lunga»
Il film che è costato insulti a Jennifer Kent racconta una storia di vendetta al femminile, ambientata nella Tasmania dell’800, aspramente criticato per la presenza di molte scene forti quali stupri ed infanticidi. Un film di denuncia ben lontano dalle tematiche psicologiche di Babadook. La sua risposta a chi le chiedeva un commento ha dimostrato di nuovo come una certa superiorità intellettuale e culturale sia nettamente superiore a queste esternazioni maschiliste e profondamente becere. Inaspettate, considerando il contesto in questione, ossia quello di un Festival di Cinema.