Il tema di Lolita come metafora della seduzione nell’età del consumo.
La Lolita protagonista del film di Stanley Kubrick, così come quella del romanzo omonimo di Vladimir Nabokov, è il prodotto dei suoi tempi. Tempi fatti di consumismo: la si vede quasi sempre con una bottiglia di coca-cola in mano, o un pacchetto di patatine. La volubile, tenera ragazza corrotta dai vizi di un’età nella quale i giovani sono traviati dai valori indotti delle merci industriali.
La musica non è da meno. Nel senso, in questo caso, di una musica assente, vuota, senza significato. Musica che si ode, nel film, non a caso in occasione appunto della prima apparizione di Lolita agli occhi dell’affamato protagonista. La musica, chiamata semplicemente “Tema di Lolita” (nei titoli di testa) o “Lolita ya-ya” riflette le caratteristiche della musica pop dell’epoca (1962).
Ossia: giro di accordi semplice, orchestrazioni eleganti ma non invadenti, una discreta chitarra elettrica rigorosamente non distorta che fa occasionalmente capolino per qualche nota in più, gli echi lontani dell’esotica samba brasiliana in voga al momento, una ritmica pre-rock (rock anni ’60 si intende) strettamente d’accompagnamento.
E poi il “testo”: ya-ya, o la-la. Parole senza senso, che servono solo a tracciare una melodia. La vacuità della musica riflette la vacuità della personalità di Lolita: annoiata, romantica solo quando le conviene, seducente in maniera “filmica”, sul modello di attrici viste al cinema. Nella prima, famosa scena in cui si sente, quella sopra citata, questa musica arriva da fonte diegetica. Una radiolina (altro simbolo del benessere consumistico dell’epoca), che prontamente la frustrata madre di Lolita le impone di “Darling, turn that down, please”.
Il tema del personaggio è parte integrante della seduzione esercitata dallo stesso.
Ciò trova conferma più tardi, quando la musica diventa extra-diegetica, e ricompare accompagnando Lolita, come parte di lei, per il resto del film. Lolita, come si diceva, è il prodotto di un’epoca, e la musica che ne descrive il carattere è in fondo un altro prodotto della stessa epoca. Due prodotti industriali freddi, di fronte ai quali il povero cuore sognatore e innamorato del pervertito protagonista nulla può.