Gli Animal Collective e il loro disco sottomarino.
Tangerine Reef è l’album più sperimentale e psichedelico che gli Animal Collective abbiano prodotto da un bel po’ di anni a questa parte. L’album sembra quasi suonato in fondo a un lago scuro, o durante un sogno. Le canzoni formano una fila ininterrotta di nuvole buie, suoni distorti ed echeggianti, strani rumori e ondate sonore. Colori spenti e freddi si avvicendano, accompagnati occasionalmente da un cantato etereo e da altri elementi musicali dal carattere lisergico. Vengono in mente un po’ di cose, come i Pink Floyd più sperimentali di A Saucerful of Secrets (1968) o i Sigur Rós.
Una spiegazione semplice del perché gli Animal Collective abbiano realizzato un album del genere si può trovare in un semplice dato di fatto: Tangerine Reef è il primo album della band senza lo storico membro e co-fondatore Panda Bear, alias Noah Lennox. I restanti membri hanno prodotto un disco ben distante dallo stile del gruppo negli ultimi anni, che ha quindi per poco a che fare con album come Merriweather Post Pavilion (2009) e Centipede Hz (2012). In più, come vi avevamo anticipato, Tangerine Reef è un album audio-visuale. Un film di accompagnamento è stato realizzato con il duo di arte e scienza Coral Morphologic, lo potete vedere qui sotto.
Il film è la spiegazione dell’album: la musica serve ad accompagnare ipnotiche immagini che illustrano la flora nelle profondità degli oceani. Un po’ come se Jacques Costeau avesse preso dell’LSD. In definitiva, dunque, questo album degli Animal Collective va quasi astratto dal resto della discografia, e giudicato in rapporto al film, di cui è la colonna sonora. Un disco notturno, oceanico, profondo e a tratti sonnolento, ma di alta qualità, che tuttavia costituisce un episodio a parte, per quanto notevole, nella carriera del gruppo.
