Il primo decennio del nuovo millennio è stato un periodo ricchissimo nella produzione di tormentoni estivi.
La settimana scorsa, in questo articolo, abbiamo iniziato il nostro viaggio nel tempo, analizzando alcuni testi dei tormentoni dei primissimi anni Duemila.
Proseguiamo dunque da dove ci siamo fermati, era l’estate del 2006 e la nazionale italiana di calcio divenne campione del mondo per la quarta volta.
Estate 2006: L’Italia e Totti ci fanno cantare una versione “Po po po po po po po” di Seven Nation Army dei White Stripes. Ligabue vince il Festivalbar con Happy Hour. I Finley conquistano le ragazzine. Gli Zero Assoluto cantano Svegliarsi la mattina. Luca Dirisio ci dà La ricetta del campione.
“Arriverà qualcuno che si prenderà il mio posto
e allora io starò solo a guardare.
Mi metterò seduto con lo sguardo fisso su di te
perché ho imparato ad aspettare.
Sono due giorni che camminiamo tre metri sopra al cielo.
E proprio adesso che ci penso mi ricordo
quante volte non ti ho perso per un pelo”
Gli Zero Assoluto, direttamente da Sanremo con Svegliarsi la mattina, decidono di sorprenderci trattando un tema nuovo per la musica italiana: l’amore. Il protagonista, che può essere Thomas o Matteo, non importa, tanto sono intercambiabili, guarda al futuro, a quando la sua amata gli verrà portata via.
Come reagirà il nostro innamorato? “Tu non lasciarmi mai” griderebbe la Pausini, “Stai con me, forever!” consiglierebbero gli esperti Gazosa. Tom & Teo però preferiscono l’indifferenza tattica e l’utilizzo del loro potentissimo sguardo magnetico.
Non può mancare poi una citazione letteraria-cinematografica. Ecco dunque che i protagonisti prendono le sembianze di Step e Babi per poter camminare Tre metri sopra il cielo.
Non dimentichiamoil Tuturuturututu del ritornello, che divenne celebre anche grazie alle divertenti imitazioni di Gigi e Ross a Mai dire Martedì.
Estate 2007: I Negramaro vincono il Festivalbar con Parlami d’amore, senza Mariù. Tra i giovani spopolano i Tokyo Hotel, i Finley cantano Adrenalina ed esplode il fenomeno Rihanna con Umbrella.
“Cerco un’alternativa che
dia una scossa alla mia normalità
L’abitudine mi soffoca
non ce la faccio più
Mai nessuno capirà
questa è un’emergenza
Ho bisogno di una scarica
da 9000 Volt
E va (woooooooo)
La mia testa se ne va (woooooooo)”
“Soffro di dipendenza
da una strana sostanza
io non posso star senza
la mia dose di adrenalina”
A quei tempi c’era chi definiva i giovanissimi Finley i Blink 182 italiani, ma non ditelo ai Blink 182. Adrenalina confermò il breve successo ottenuto nell’estate precedente.
Il protagonista del brano è annoiato dalla routine, ha bisogno di una scossa per risollevarsi. Cerca un taser da 9000 volt, ma non lo trova tanto facilmente. Eccolo allora cercare una soluzione non elettrica, una sostanza che fa battere forte il cuore, che dà dipendenza, con cui la testa se ne va… Ma no non sta pensando a Mark Renton e Trainspotting. I Finley vogliono semplicemente adrenalina.
Estate 2008: Il Festivalbar chiude tristemente i battenti. Vasco Rossi canta Gioca con me, nel videoclip il protagonista è il fondoschiena di una ragazza. Dall’estero arriva I’m yours di Jason Mraz. Giusy Ferreri scala le classifiche con Non ti scordar mai di me. Non ci possiamo poi dimenticare la meteora di quell’anno: i dARI (loro lo scrivevano così).
“Wale come stai?
Questo pome cosa fai?
Vieni con me o Wale te ne vai?
Se Wale non mi vuoi non c’è nulla tra di noi
Ti dico Wale..
Tanto Wale”
“Il cellulare ce l’ho già spento perché per me sei troppo sbattimento!
Per te quel che Wale
È quel che Wale Wale
E allora dimmi Wale che cosa Wale Wale”
Il brano Wale (Tanto Wale) dei dARI è probabilmente uno dei pezzi più trash della storia della musica italiana. Look da Emo e un linguaggio da adolescente telespettatore di MTVTRL sono i caratteri distintivi della band.
Il romantico dialogo che caratterizza il testo potrebbe benissimo avvenire via SMS, con squilli nel mezzo per mancanza di risposte. Tutto si basa, come facilmente intuibile, sul gioco di parole legato al nome Wale, scritto con W per dare un tocco di classe in più.
In sintesi: un pome dARIO ci prova con Wale, ma Wale non ci sta. Lui ci riprova e lei ancora non ci sta. Lui allora spegne il cell perché lei è “troppo sbattimento”.
Estate 2009: Pitbull invade radio e discoteche con la modestia di I know you want me. Lo affianca il DJ Bob Sinclar con Lala Song. Arisa emerge con Sincerità. Tutti cantano Domani, realizzata per il terremoto in Abruzzo. Tiziano Ferro canta Indietro, Povia e Marco Carta sfruttano la scia di Sanremo.
“Luca era gay e adesso sta con lei
Luca parla con il cuore in mano
Luca dice sono un altro uomo”
“Non sono andato da psicologi, psichiatri, preti o scienziati
sono andato nel mio passato
ho scavato e ho capito tante cose di me”
“Questa è la mia storia
solo la mia storia
nessuna malattia nessuna guarigione”
Povia si presenta a Sanremo, dopo aver trionfato con bambini e piccioni, pronto a fare scandalo con Luca era gay. Vuole raccontare la storia di Luca, che era gay, ma adesso sta con lei. Questo Luca ha una relazione difficile con un uomo più grande di lui e non si sente a suo agio in questa situazione.
“Gli uomini sessuali sono gente tali e quali come noi” gli direbbe Checco Zalone. Luca però non si arrende, decide di non rivolgersi alla chiesa o alla scienza, ma di fare piuttosto un’autoanalisi freudiana.
La storia diventa quindi una lotta al complesso di Edipo, che si conclude con il protagonista che perdona il padre e si libera dal grembo materno.
Sul finale Povia smorza le polemiche con un “nessuna malattia, nessuna guarigione”, solo la storia di Luca e della sua strana conversione sessuale. E intuisce che forse era meglio parlare dipiccioni sui cornicioni.
Estate 2010: Lady Gaga canta Alejandro, mentre Shakira domina i mondiali di calcio con Waka Waka. Jovanotti realizza la colonna sonora di Baciami ancora. Cesare Cremonini canta Mondo.
“Un bellissimo spreco di tempo
Un’impresa impossibile”
“Un pianeta in un sasso, l’infinito in un passo
Un riflesso di un sole sull’onda di un fiume”
Baciami ancora viene scritta da Jovanotti e utilizzata come colonna sonora per l’omonimo film di Gabriele Muccino, sequel de L’ultimo bacio.
Il testo del brano è caratterizzato da un romanticismo classico, una dichiarazione volta a rafforzare l’amore e far sì che quel bacio non sia l’ultimo, come cantava Carmen Consoli sul finale del primo film.
Va però riconosciuto l’enorme coraggio di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, che impavido decide di inserire queste frasi piene di “s” per mettere alla prova la zeppola, il suo celebre difetto di pronuncia, che ormai è un suo marchio di fabbrica.