Sergei Eisenstein e Sergei Prokofiev insieme nello stesso film.
La prima cosa da dire sul film Alexander Nevsky di Sergei Eisenstein, e sulla sua colonna sonora firmata da Sergei Prokofiev, è che entrambi arrivano in un momento molto particolare. Nel 1938 i ranghi del regime sovietico sono serrati, sono appena terminate le temute epurazioni (“purghe”) Staliniane, e il pericolo nazista è dietro l’angolo. Già da diversi anni Stalin ha posto un veto al “formalismo” che aveva interessato l’arte sovietica negli anni ’20, pretendendo forme d’arte che fossero costruttive per il regime e alla portata delle masse. Ci sono poi Eisenstein e Prokofiev, regista e compositore, due figure centrali nei rispettivi campi. Entrambi reduci da soggiorni e viaggi all’estero, al loro ritorno in Russia devono rigare dritto.
Il momento è quindi delicato. Eisenstein realizza una pellicola sul personaggio storico Alexander Nevsky, il quale nel 1242 respinse i cavalieri teutonici provenienti dall’Europa, assicurando così il futuro della Russia. Il ruolo propagandistico del film è chiaro, con Hitler che dalla Germania tuona contro la Russia e contro il comunismo; il trattato di non-belligeranza Ribbentrop/Molotov, naturalmente, è ancora di là da venire. Né è questa la prima volta che Eisenstein si piega alle necessità di indottrinamento del regime; basti pensare a un film come Ottobre (1928). Eppure, il regista trova comunque il modo di creare un capolavoro, pur rinunciando ai suoi esperimenti sul montaggio e a una regia troppo artistica. Lo stesso, per certi versi specularmente, riesce a fare Prokofiev.
Musica e film, musica che è un film.
La musica del film, poi adattata nel 1939 in una cantata, assume una valenza narrativa quasi a sé stante, persino introducendo una narrazione parallela ma indipendente dalle immagini. Il che ha perfettamente senso, se si pensa che solo due anni prima, nel 1936, Prokofiev aveva realizzato la fiaba sonora Pierino e il lupo, nella quale ogni personaggio era rappresentato dal suono di uno strumento. Il suo lavoro in Alexander Nevsky rappresenta per certi versi la prosecuzione logica di quello stile compositivo, anche se qui differente. La musica racconta la storia, come le immagini. E Sergei Prokofiev è uno dei pochi compositori in grado di far fare alle proprie composizioni una cosa del genere.
Non solo. Alexander Nevsky è anche il primo film sonoro di Sergei Eisenstein, e per questa ragione la musica assume nel film un ruolo fondamentale perché si hanno due forma d’arte che si incontrano “al vertice”. Alexander Nevsky rappresenta il primo esempio notevole di un momento nel quale la musica classica diventa prima e soprattutto musica per film. Ciò è tanto più vero perché riguarda il cinema russo, che a differenza del cinema americano non può contare su una vera e propria industria di compositori di musica come quelli che per esempio lavorano per Walt Disney. Un evento quindi raro, e straordinario.
Chiudiamo con la scena migliore del film, e la composizione migliore della colonna sonora: la celebre battaglia sul ghiaccio. Una scena che riassume il felice risultato dato dall’incontro di due menti geniali, pur in circostanze avverse.