Un giro per Bari e la sua nuova scena trap, tra chi fa sul serio e chi vuole solo cavalcare la wave.
Se parlando di “trap” vi fermate a Sfera Ebbasta e nella vostra mente si materializza un bicchiere pieno di Sprite e codeina, sappiate che state sbagliando tutto. Ogni mattina dieci, cento, mille aspiranti (t)rapper si svegliano, prendono in mano un microfono e dicono quello che vogliono, come vogliono. Alcuni vogliono fare musica, altri vogliono solo copiare.
“La gente si fossilizza, fra’. Un pezzo “tecnicamente” trap puoi farlo diventare conscious, lo-fi, boom bap. Con il rap puoi scrivere quello che vuoi, con la trap puoi fare quello che vuoi.”
Poi il riscontro della gente c’è stato e mi ha fatto piacere, ma non è una questione di views, altrimenti non avrei fatto uscire quattordici tracce insieme. Me ne sbatto meno di zero delle views, così come dei video: il primo video che ho girato neanche avrei voluto farlo, mi hanno quasi costretto. E se proprio devo fare dei video, mi concentro sui dettagli e su qualcosa di più raffinato, “psichedelico”, e cerco di variare. Devi sempre fare qualcosa di nuovo, sia rispetto a ciò che già c’è che rispetto a ciò che tu hai fatto.”
“A me interessa la musica.”
“Non guardo nemmeno i video degli artisti che mi piacciono. La musica è l’importante, quello su cui mi concentro, altrimenti altro che quattordici tracce, si stancano alla seconda. Anche i beat non voglio lasciarli solo al produttore: non posso solo farmi passare le basi, non ce la faccio, devo sentirle mie. “(Sfidiamo qualunque altro rapper emergente a seguire ogni fase di realizzazione di un beat e a non farselo passare). Ribatto dicendo che anche Future si fa passare i beat. “Vabbè fra’ (in quel di Bari è abitudine chiamare – fra’ – qualsiasi persona; ha un po’ la funzione del “bro” o del “dude” americano, ndr), stiamo parlando di un genio che è affiancato da un altro genio. Metro Boomin’ sa perfettamente cosa passare a Future e Future sa esattamente che Metro Boomin’ non sbaglia un colpo. Stiamo parlando di altri livelli.”
La trap viene vista come musica facile? “Sì, ed è colpa di chi non la prende sul serio, dei bambini, passami il termine. Sono felicissimo che arrivi a tutti come linguaggio, ma bisogna anche capire cosa si sta facendo. Molti la prendono come una scadenza, io invece ho una fotta assurda addosso, più faccio e più voglio fare. Il mio mixtape è solo una cerimonia d’apertura. E un modo per far capire chi ha i coglioni a Bari e chi vuole solo fare cazzate.”
” Non sono uno che se la tira, ma non mi importa di chi non fa le cose sul serio. Un leone non dà importanza ad una gallina.”
Gli chiediamo quali siano i suoi trapper preferiti, e non ha dubbi: Ketama 126 e Tedua. “Ketama viene dal futuro e Tedua è uno di quegli artisti che arriva una volta ogni cento anni“. Poi aggiunge Luchè: “Fa arte, niente da dire”. Parlando propriamente di rapper andiamo sul classico: Noyz Narcos, Rkomi e Marracash. “Marra sta lì e non si tocca, è la vera incarnazione dell’MC, del Master Of Ceremony, sa intrattenere con la voce come pochi altri”.
Un disco che ti piace: “Mi ha fatto impazzire ilnuovo album degli Arctic Monkeys.” (ridiamo insieme). Gli diciamo che è una delle pochissime persone al mondo alle quali piace. “Onestamente è molto chill, premo play, mi distendo e lo ascolto, funziona molto sotto questo punto di vista, poi non sono un fan storico quindi l’ho potuto apprezzare al meglio. Che poi è la wave del momento, ed è quello che fa Drake: l’ultimo disco conta venticinque pezzi, e ormai sta in qualsiasi playlist. Scorpion è il capitalismo.” (ride).
Ma non c’è solo DURKa, in questa scena.
Ci raggiungono poco dopo Elìte, all’anagrafe Antonio Lamagna, amico e collega di Davide, e il produttore Dherj. Sono tutti ragazzi: Davide ha diciotto anni, Antonio e Gianmarco quasi 19. Ed è parlando con loro che ci rendiamo conto di quanto sia viva e pulsante questa città , di come DURKa non sia un caso isolato e di quanto, forse più che in molte altre grandi città , a Bari ci sia la voglia di rivendicare la propria originalità . Nonostante questo, DURKa è felice come un bambino quando gli dico che mi ricorda tantissimo Yung Lean: “Era esattamente ciò a cui volevo avvicinarmi, quindi non può che farmi piacere. Sono riuscito ad assomigliare al mio artista di riferimento senza sembrare una copia, è semplicemente fantastico. Mi sento realizzato.”
Ci sediamo su una panchina che si affaccia sul lungomare con Elìte, in polo Lacoste e Adidas Powerphase. Elìte fa un rap più classico e più incazzato rispetto a DURKa, e sente ancora di più l’inflìteuenza negativa di chi non prende le cose sul serio. ” Io ascolto un sacco di roba, cerco di spaziare e di sperimentare; adoro Pino Daniele, ma anche Marracash e 21Savage, i Linkin Park e i Sum 41. Non ce la faccio a vedere la trap associata sempre al solito immaginario criminale, mi dà davvero fastidio. Bisogna riuscire ad andare oltre, come Luchè. Malammore o Potere? Per ora dico Malammore, è ancora il top. Però ora ti faccio sentire un pezzo mio”. Ci fa sentire IDGAF, un brano arrabbiato in cui cambia almeno tre flow, e non posso che fargli gli applausi.
I Don’t Give A Fuck sarebbe un riassunto perfetto di Elìte. Faccio ciò che voglio, e il resto non mi importa.
Dherj invece ci spiazza subito dicendoci che non viene dal rap ma si è avvicinato direttamente alla trap e che Justin Bieber è sempre stato una delle sue più grandi influenze. “Dimmi quello che vuoi, non me ne vergogno, ascolto Justin Bieber da quando sono piccolo. Sono nato con il pop e sono passato alla trap, con un brevissimo intermezzo di West Coast ed East Coast. “Nell’hip hop invece? “tha Supreme è allucinante, e ha due anni in meno di me. Non ho mai sentito nulla del genere.
Ah, e i $uicideboy$, li adoro. Vorrei suonare esattamente così. Comunque l’artista dell’anno è senza dubbio Tredici Pietro (il nome d’arte del figlio di Gianni Morandi, trapper emergente, ndr).” (ridiamo tutti quanti). DURKa però non è d’accordo: “Dai fra’ ma sei serio?”. Dherj si dimostra comunque irremovibile.
Constatare come qualsiasi stereotipo sui giovani trapper crolli immediatamente dopo una mezz’ora di chiacchierata con questi ragazzi dà un’enorme sensazione di sollievo. La loro cultura musicale, il modo in cui parlano (sicuramente infarcito di slang ma non pieno di “gang”, “bitch”, “swag”, “bufu”) e ciò che ci stanno dicendo sono una fiera dichiarazione di autonomia: ci piace la trap, che è un genere come un altro. Basta relegarlo agli ex-spacciatori con sneakers da ottocento euro e collane d’oro.
“Alla fine la trap è un sottogenere del rap, diciamoci la verità . In un pezzo trap posso raccontare la mia vita in carcere come posso spiegarti la Critica della Ragion Pura. Perchè i rapper possono essere intellettuali e i trapper no?“.
DURKa e Dherj ci fanno ascoltare un pezzo mai pubblicato. “Sono sicuro che vi piacerà ” ci dice Davide, mentre Elìte già pregusta la nostra faccia all’ascolto. Il brano contiene il campionamento del rumore che fa l’aspirina quando si scioglie in acqua, ed è il pezzo che meno mi sarei aspettato da un trapper di diciotto anni. C’è la tecnica, ci sono le rime, c’è l’impronta personale.”Non chiedeteci perchè abbiamo deciso di usare il suono dell’aspirina. Mi è venuto in mente, l’ho proposto a Davide e l’idea gli è piaciuta tantissimo. Credo che andare avanti voglia dire anche questo: sperimentare, provare, credere nelle idee nelle quali non crede nessuno.”
Nonostante il nuovo trend nella trap sia creare personaggi provocatori (Young Signorino, sul quale abbiamo speso due parole, e Tredici Pietro stesso), qui a Bari non vogliono ricorrere a trucchetti del genere: solo musica, onesta e sempre un passo avanti rispetto alla traccia precedente. Il messaggio è chiaro: Bari vuole ritagliarsi il posto che merita nel rap nostrano, non essere un’industria che sforna meteore.  “Forse non capisco la wave ma per me hai solo la faccia dipinta”, sentenzia DURKa in OBSCURIO. E così dev’essere. Qui a Bari non c’è storia.
La nostra giornata con gli ambasciatori della nuova scena barese è raccontata qui sotto negli scatti di Savio Gorgoglione, che ringraziamo per la collaborazione. Un grazie a DURKa (Davide), Elìte (Antonio), Dherj (Gianmarco) e Bobby.