La scimmia ha deciso di votare i film di Christopher Nolan così da poter definire quale sia il miglior film di uno dei registi più chiacchierati del momento.
Opinioni contrastanti che abbiamo voluto mettere da parte per valutare al meglio i suoi film e decidendo quale sia il migliore.
Ecco quindi tutti i flim di Christopher Nolan dal peggiore al migliore.
12) Tenet (2020)
Complice anche la pandemia da Covid (ma non solo), Tenet è forse il film meno riuscito di Christopher Nolan. L’originalità della pellicola, per carità , è di tutto rispetto, ma se togliamo le grandi doti tecniche del film, rimane davvero poco. Come molti in redazione hanno confermato, non è uno dei film di Nolan che rivedremmo volentieri.
Ma andiamo con ordine: parla di un agente segreto che deve fare in modo di evitare che scoppi la Terza Guerra Mondiale muovendosi attraverso il tempo. Il tempo, sì, uno dei grandi pallini del regista britannico. Dalla sua parte Tenetha questa cosa dello scorrere del tempo al contrario: per girare le scene, infatti, il Protagonista (di cui non sappiamo nemmeno il nome, interpretato dal figlio di Denzel Washington, John David) ha dovuto davvero muoversi al contrario, incassare pugni ed eluderli all’indietro, o semplicemente sbattere le ciglia in modo innaturale.
E se ve lo siete chiesto, no, non c’è nessuna realtà alternativa, nessuna dimensione parallela, solo un tempo che scorre in due direzioni nello stesso universo. In altre parole, il tempo scorre in una direzione e contemporaneamente nella direzione opposta: tutto ciò a cui si deve fare attenzione è non entrare in contatto con i noi stessi dell’altra direzione. Un concetto un po’ ingarbugliato, sì, che ha lasciato molti spettatori perplessi.
Erik Skjoldbjærg immerge il suo Insomnia del 1997 in uno spietato e luminoso paese dell’Alaska, dove il sole splende per 24 ore al giorno. Le atmosfere del genere rimangono intatte ed inquietanti nonostante vengano messe sotto una nuova luce, quella del sole. Il remake di Christopher Nolan non cambia modifica la trama, ma si limita a caratterizzare maggiormente il film.
Un thriller affrontato con freddezza ed un’apparente calma, due aspetti in grado di accrescere la tensione e rafforzare i misteri che abbracciano il detective Dormer; un Al Pacino distrutto dall’insonnia ma soprattutto dal senso di colpa.
A tormentarlo oltre ad un vecchio caso, troviamo una vera e propria tragedia legata alla ricerca del killer di questo nuovo delitto. Nell’inseguire tra le nebbie dell’Alaska Robin Williams, il convincente killer, l’agente dallo sguardo già assente finisce per sparare ed uccidere un suo collega.
La colpa dell’omicidio verrà gettata sulle spalle del killer, ma l’opprimente peso di quanto commesso graverà sulle spalle di Dormer, sempre più stanco, sempre più incapace di trovare riposo.
Nonostante Nolan in questo film abbandoni il suo stile narrativo caratterizzato da una sorta di atemporalità , si ritrova la sua idea di cinema in alcuni flashback disorientanti capaci di confondere sempre più la mente perennemente sveglia di Dormer.
Rimane da chiedersi quanto impiegherà l’enorme senso di colpa, che da tanto l’agente si trascina dietro, a sotterarlo definitivamente.
I suoi occhi sempre più rossi, sono il primo indizio della stanchezza e dell’imminente raggiungimento di un punto di rottura; sono i suoi occhi ad indossare il senso di colpa ed il killer lo sa bene.
Un discreto thriller nel complesso con delle buone interpretazioni, ma niente di eclatante o diverso da un punto di vista narrativo, motivo per cui il film occupa il penultimo posto nella nostra classifica. Forse messo in ombra dall’ originale e probabilmente pagante pegno per essere meno “Nolaniano” nella narrazione.
A cura di Vanni Moretti
10) Inception (2010)
Christopher Nolan porta in Inception (2010) molte delle sue caratteristiche di stile esaltandole. Non linearità della narrazione, tendenza a fare film cosiddetti “mind-blowing”, inganno e costruzione quasi teatrale.
Partendo dalla tematica del sogno, da sempre considerata iniziatica ed oscura, Nolan inventa un thriller che suona più come un gioco pericoloso, una caccia al tesoro in una realtà inesistente.
Se in Inception scenografie da capogiro e oggettiva bravura nella regia restituiscono allo spettatore ottimi effetti visivi, è molto difficile immedesimarsi nella realtà costruita dal demiurgo Nolan per via di alcuni “errori” di sceneggiatura.
Nolan porta per mano lo spettatore per tutta la prima parte del film (tralasciando anche molti particolari) per poi lasciarlo cadere all’improvviso come i suoi personaggi. Il risultato è un parziale senso di smarrimento rispetto al film.
Il finale aperto di Inception, proverbiale nella sua indeterminatezza, riesce in parte a ricucire le fila di un racconto sfilacciato, con l’effetto collaterale che lo spettatore non riesce ad interrogarsi su ciò che ha visto ma semplicemente si chiede se la trottola – prima o poi – si fermerà .