Tempo di vacanze, mare, monti e gite fuori porta, sempre all’insegna della musica.
Come ogni mese arriva la nostra rubrica La Scimmia Ascolta. Le regole sono semplici, i nostri redattori de La Scimmia Sente, La Scimmia Fa consigliano alcune band ascoltate durante il mese trascorso. Oggi viaggeremo tra i suoni caldi del blues di Watermelon Slim a quelli ipnotici e sperimentali dei Mombu, l’elettronica potente e ritmata dei Pendulum e quella più psichedelica e revival dei Primal Scream.
Watermelon Slim
Una vita piena e travagliata quella del bluesman Bill Homans. Classe 1949, è un veterano della Guerra del Vietnam, laureato in giornalismo e storia nelle università dell’Oregon e dell’Oklahoma, ha dedicato la sua intera vita alla chitarra slide e all’armonica. In carriera può vantare di aver affiancato nomi come John Lee Hooker, Robert William Cray, Champion JackDupree, Bonnie Lynn Raitt e Country Joe McDonald. Il meritato successo arriva però solamente molti anni dopo, precisamente nel 2005 insieme alla band di sostegno The Workers. Il suo lavoro viene nominato per il Best New Artist Debut al prestigioso W.C. Handy Award.
Nati da una costola degli ZU, i Mombu sono un duo composto dal sassofonista Luca T. Mai e da Antonio Zitarelli (già batterista dei Neo). Mescolando i loro rispettivi curriculum Metal e Jazzistici, i due si cimentano in un progetto che alterna questi due elementi con la musica africana, ottenendo un sound corposo e pesante, fatto di barriti di sax e ritmiche da rituale voodoo.
Sax e Batteria non si alternano, ma duellano e si accompagnano in una musica grassa e complessa, che scompone il concetto di Jazzcore con percussioni prese dal punto più remoto e afoso del Corno d’Africa. Impossibile trovarsi preparati a un primo ascolto di questo progetto: la batteria di Zitarelli è un carro armato, mentre il sax di Mai ipnotizza e scortica allo stesso tempo.
I Mombu hanno tre album all’attivo, più tre split con Oddateee, Mosca Violenta e Germanotta Youth.
Noi vi lasciamo in ascolto Niger, album del 2013 che vede anche la partecipazione speciale di Marco “Cinghio” Mastrobuono, già bassista degli Hour of Penance. Buone Martellate.
I Pendulum sono una band drum and bass australiana, originaria di Perth. Sempre in bilico sul confine del rock elettronico e la contaminazione dei generi, questi musicisti hanno, nel loro piccolo, segnato la storia dell’elettronica negli anni ’00. L’approccio dance, orientato verso le charts, si mescola con un eclettismo compositivo che lascia spazio a virtualmente qualunque contaminazione. Dal rock al soul, dal pop e perfino dal metal.
Hanno pubblicato tre album: Hold Your Colour (2005), In Silico (2008) ed Immersion (2010). Il gruppo è attualmente attivo, ma non ha ancora pubblicato nuovo materiale negli ultimi otto anni. Nel frattempo due membri storici della band, Rob Swire e Gareth McGrillen, hanno formato i Knife Party, prosecutori ideali della musica dei Pendulum.
L’approccio dei Pendulum alla musica elettronica è un approccio tutto australiano, che mette la melodia davanti a qualunque cosa, e non disdegna un occhio di riguardo per il grange pubblico. Ciononostante, esplorando bene i loro album, si possono rintracciare vari elementi sperimentali, e trovate originali, che vanno ben oltre la dimensione da “discoteca”. Insomma, un gruppo per appassionati di elettronica, sì; un gruppo per le masse, anche; un gruppo per gli audiofili, pure. Una band da rispolverare.
Fine anni ’80 inizio ’90. Manchester è l’ombelico del mondo musicale. In questi anni la città vede l’apertura del locale più importante del mondo: The Haçienda. Nel leggendario club passato, presente e futuro si incontrano e si fa la storia. Il rock inglese si fonde alla neonata house music proveniente da oltreoceano, fiumi di droga sintetica, dj e musicisti che si alternano, disinibizione totale, tutto nello stesso posto, The Haçienda.
Un fenomeno così peculiare da avere una nomenclatura propria, erano gli anni della Manchester folle, Madchester per l’appunto. In mezzo al marasma culturale sorgeranno fior di band che influenzeranno il resto della musica per sempre. Tra questi i Primal Scream cugini meno famosi degli Happy Mondays ma altrettanto capaci. La loro vetta Screamadelica, che vede tra gli altri un giovane Andrew Weatherall a fare il lavoro di produzione, è un gioiello della musica. Tutta.