Orwell 1984 (Michael Radford, 1984)
Una società dominata da angoscia, distruzione e impotenza. Una società degradata e degradante in cui aleggia la severa presenza del Grande Fratello. La società di Orwell 1984.
Una società dominata da angoscia, distruzione e impotenza. Una società degradata e degradante in cui aleggia la severa presenza del Grande Fratello. La società di Orwell 1984.
Tremendamente angosciante, il futuro distopico ritratto all’interno della pellicola assume tratti cupi e allucinati, estremi e soffocanti, dove l’uomo, totalmente isolato, è privato della sua libertà, diventando singola parte costituente un complesso meccanismo, rigidamente controllato.
Metropolis. Una città perennemente osservata dallo sguardo totalitario del potente imprenditore Fredersen. Una città dominata dalla rigida suddivisione delle classi sociali. Una città in cui operai, muovendosi come sciami privi di una propria libertà individuale, vivono una quotidianità in condizioni disumane.
Uscito più di vent’anni prima del 1984 di Orwell, la pellicola presenta numerosi punti di tangenza con il capolavoro del romanziere inglese, a lui accomunato a causa dell’atmosfera replicata e dalle condizioni socio-politiche del futuro in cui vengono ambientati.
Con scenografie futuristiche e all’avanguardia, con una tecnica registica e un montaggio rivoluzionari, con scene visivamente incredibili in grado di stupire anche lo spettatore moderno, Metropolis può essere definito il primo film di fantascienza mai creato, fonte di ispirazione stilistica sia per Blade Runner sia per Brazil.
Una metropoli immensa si distente in largo e in lungo a vista d’occhio. Il cemento asettico degli edifici si confonde con un cielo d’alabastro. Vestiti si muovono, attraversando con la loro moderna essenzialità gli sconfinati spazi urbani. Vestiti bianchi, neri e rossi. In uno scenario futuro non ben precisato, l’uomo cerca di liberare la propria violenza. Uccidere dieci avversari per ricevere in cambio denaro, lusso e gloria.
Da sempre affascinato alla condizione dell’uomo e al suo posto all’interno di una società che si evolve rapidamente, alla velocità della luce, Elio Petri tesse un’opera simil-1984 intrisa da un profondo sarcasmo, una critica all’alienante violenza che caratterizza il presente.
Panem et circensem. La morte in La decima vittima viene spogliata della sua umanità: priva del suo valore sacrale, diventa semplice strumento attraverso cui raggiungere la fama tanto agognata, mero gioco a cui assistere divertendosi. L’uomo del futuro apocalittico immaginato da Petri si trasforma in vittima e carnefice. Contemporaneamente.
Una New York sovrappopolata e dominata da forti attriti sociali, scissa tra il lusso della ricchezza e la degradazione della povertà, tra il benessere e il disagio.
Crudo e spietato, 2022: i sopravvissuti attinge dall’immaginario orwelliano per proiettare una società devastata dalle disparità tra classi sociali, dall’aumento esponenziale della popolazione e dalla mancanza di risorse alimentari. Una società che si muove verso l’autodistruzione.
Distopico, violento e destabilizzante, il film realizzato da Richard Fleischer denuncia un’umanità in declino che, priva di compassione e fratellanza, è caratterizzata unicamente dall’attrazione per la fatalità della violenza e dalla più primitiva bestialità.