10 album alla scoperta del grunge
Il secondo e più celebre album degli Alice in Chains è un colosso che fonde metal, funk, alternative rock e naturalmente grunge. La rabbia del cantante Layne Staley e la competenza compositiva (nonchè esecutiva) del chitarrista Jerry Cantrell bastarono a fare di Dirt un caposaldo del genere, ed uno dei migliori album rock degli anni ’90. Qui il grunge assunse la sua forma più completa e compiuta, manifestandosi come ormai un genere mainstream, ma ancora senza cedere a compromessi. Un momento d’oro per il genere, nel quale gli Alice in Chains marchiarono con Dirt il proprio nome a fuoco, indelebilmente, nella storia della musica.
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3. Soundgarden – Superunknown (1994)
Il penultimo album dei Soundgarden è quello che rappresenta l’apice della loro intera carriera. Nonchè il successo commerciale definitivo, e la consacrazione di quelli che vennero definiti i Led Zeppelin degli anni ’90. Questo proprio nell’anno della morte di Kurt Cobain, cui seguì, secondo molti, la morte del grunge stesso. Ma Superunknown rimane un album imprescindibile nell’ascolto del genere, album in cui Chris Cornell, Kim Tahyil, Ben Sheperd e Matt Cameron diedero il meglio di sè. Un alternative rock di statura elevatissima, certo buio e pessimista, ma con spiragli inaspettati e influenze sparse. Singoli di grande successo come Spoonman e Black Hole Sun vennero tratti da quest’album.
https://open.spotify.com/album/4K8bxkPDa5HENw0TK7WxJh
2. Pearl Jam – Ten (1991)
Il primo album dei Pearl Jam trasformò istantaneamente il gruppo in superstar della musica rock. Molte canzoni di quest’album, come Alive, Even Flow, Jeremy o Black, sono ancora oggi dei classici della musica rock moderna. Il successo è dovuto anche ad una formula ampiamente collaudata, specie dalla coppia Ament/Gossard e dalla loro lunga militanza in altri complessi del genere (vedi sopra). Il grunge dei Pearl Jam è quello che meno risente delle influenze punk e metal, ed è quello che più si rifà al rock classico degli anni ’70 (Eddie Vedder è per esempio un fan sfegatato degli Who). Quello che viene proposto è quindi un rock immediatamente mainstream, per il contesto musicale dell’epoca, capace di imporsi da subito con forza e allo stesso tempo di ri-tratteggiare gli standard, tanto della scena alternativa quanto di quella commerciale.
https://open.spotify.com/album/5B4PYA7wNN4WdEXdIJu58a
1. Nirvana – Nevermind (1991)
Tutti avete ascoltato quest’album almeno una volta, altrimenti non sareste qui. Il grande merito dei Nirvana, e di Kurt Cobain, è stato quello di fornire un’alternativa valida al rock mainstream in decadenza degli anni ’80. Quell’alternativa è stata chiamata grunge. Qualunque cosa avesse avuto in mente di fare Cobain, il risultato dei suoi sforzi fu un cambiamento culturale di enorme portata, specialmente nella (ma non limitatamente alla) musica. Basta sentire altre produzioni coeve, anche di artisti non rock, per registrare l’abbandono delle sonorità elettroniche ed edonistiche del decennio precedente, verso una musica più acustica (intesa come non elettronica) ed alternativa. Era il clima del periodo naturalmente, ed erano cambiamenti già in atto.
Ma Nevermind dei Nirvana costituì una cesura dopo la quale non si potè più tornare indietro. Come Nevermind the Bollocks dei Sex Pistols, o Sgt. Pepper dei Beatles. Fu l’affermazione definitiva del rock alternativo nel mainstream, l’inizio dello snaturamento del genere e l’esplosione artistica di una nuova generazione che non si riconosceva più nella musica precedente.
Ma ancora di più fu per ognuno qualcosa di diverso: un simbolo, un evento, una rivoluzione.
https://open.spotify.com/album/2UJcKiJxNryhL050F5Z1Fk
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