10 album alla scoperta del grunge

I Mother Love Bone hanno rappresentato, per la scena di Seattle e per il grunge, un ponte verso (o meglio, da) uno stile più marcatamente anni ’80 come quello del glam metal. Anche in Apple, l’unico album di questo gruppo dalla vita breve, l’impressione sonora è quella di un preciso miscuglio di grunge e glam metal. In particolare, l’istrionico cantante Andrew Wood, mancato proprio quell’anno per overdose di eroina, viene ricordato come uno dei primi “eroi” della scena grunge, il primo vero frontman del genere. L’ascolto dei Mother Love Bone è necessario non solo per capire le origini del grunge, ma anche e soprattutto per comprenderne le radici del successo.

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6. Temple of the Dog – Temple of the Dog (1991)

Un altro progetto di breve durata, fondato stavolta specificamente come tributo proprio ad Andrew Wood. Del gruppo facevano parte due Soundgarden (Chris Cornell, Matt Cameron) e tre Pearl Jam (Ament, Gossard, ed Eddie Vedder). Il simbolo perfetto di questa collaborazione è la canzone Hunger Strike, nella quale si verifica una vera e propria congiunzione astrale: Cornell e Vedder cantano insieme. L’album dei Temple of the Dog mostra uno stile grunge ormai maturo, pronto a spiccare il volo. Non è più solo musica underground, la produzione e gli arrangiamenti sono precisi. Infatti, quasi contemporaneamente, sia Pearl Jam che Soundgarden si stavano già affacciando al successo.

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5. Stone Temple Pilots – Core (1992)

Gli Stone Temple Pilots sono i grandi outsiders della scena grunge, provenendo da San Diego. Finora abbiamo infatti parlato di musicisti in qualche modo legati tra loro, internamente ad una scena cittadina che aveva sviluppato uno stile proprio. Invece il compianto Scott Weiland e i fratelli DeLeo non avevano niente a che fare con Seattle e con il rock di quei luoghi. Se non stilisticamente. Gli Stone Temple Pilots rappresentarono l’espansione a livello nazionale delle musicalità alternative rock, con una produzione che in quest’album, Core, non ha nulla da invidiare ai migliori lavori contemporanei del genere.

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