Musicalmente, un miscuglio omogeneo di punk, rock alternativo, metal, post-hardcore. Culturalmente, è la facciata musicale della rivoluzione alternativa degli anni ’90 negli Stati Uniti. Rivoluzione che andava di pari passo con la fine della Guerra fredda, la Prima guerra del golfo e lo spostamento, anche politico, del paese verso posizioni progressiste e autocritiche al tempo stesso.
10. Mudhoney – Every Good Boy Deserves Fudge (1991)
I Mudhoney rappresentavano l’anima più punk del grunge. In seguito al successo del singolo Touch Me I’m Sick (1988), uno dei pezzi ispiratori dell’intero genere, con il loro secondo album i Mudhoney espessero tutta la loro arte rumoristica. Un disco rozzo, leggermente anarchico, sicuramente seminale ma anche mainstream. Nel 1991 il grunge era già cosa di tutti i giorni, e con questo album i Mudhoney si gettarono nella mischia, prendendo il posto d’onore che spettava loro.
I Melvins di Buzz Osbourne sono di solito considerati un gruppo limite, a cavallo tra grunge e metal (nello specifico, sludge metal). Comunque, in Houdini, il loro album di maggior successo commerciale, l’influenza grunge è indubbia, se non altro per la collaborazione di un certo Kurt Cobain. Ma Houdini è comunque un disco importante di una band per la quale il grunge è stato una fase di passaggio, un tassello in un puzzle molto più complesso, di una discografia molto più variegata. Ciò non toglie che l’ascolto di quest’album può avvicinare al grunge e renderne più familiare l’estremità metal.
Rehab Doll è l’unico album pubblicato dai Green River, band di breve durata ma di enorme influenza. Ne fecero parte infatti Jeff Ament e Stone Gossard, già nei Mother Love Bone e poi, com’è noto, nei Pearl Jam. E Mark Arm e Steve Turner, poi nei Mudhoney. All’album collaborarono inoltre Jack Endino alla produzione, e Kim Gordon dei Sonic Youth. Un piccolo gioiello underground, che mostra tutti le caratteristiche dello stile grunge, ma con un approccio ancora “indie”, stile anni ’80, che è figlio del rock alternativo e del post-hardcore. Nella versione presente su Spotify, qui sotto, l’album è preceduto dall’EP Dry as a Bone.