Arrival è probabilmente uno dei migliori film di fantascienza del nuovo millennio, opera di Denis Villeneuve del 2015. Non è in realtà un semplice film fantascientifico, ma un vero e proprio percorso ultraterreno, profondo e commovente. La protagonista è interpretata da un’eccezionale Amy Adams, che cattura lo spettatore con la sua performance e lo conduce in un’esperienza straordinariamente introversa. Non è la prima grande opera di Villeneuve, che negli ultimi anni, soprattutto grazie a Enemy, Sicario e Prisoners, si è dimostrato uno dei registi migliori degli ultimi tempi.
Taste of cinema ha indicato un lista dei motivi per cui Arrival si è dimostrato uno dei più toccanti ed eleganti film del 2016.
1. Arrival è rispettoso del suo materiale di origine
Eric Heisserer, lo sceneggiatore, per il film si è fedelmente ispirato a Story of Your Life, un cortometraggio pluripremiato del 1999 di Ted Chiang. La storia inizia con un veloce flusso di eventi mentre conosciamo la famosa esperta di linguistica Louise Banks (Amy Adams), che dovrà dirigere una squadra di investigatori a seguito di molteplici atterraggi di astronavi enormi. Esse si posizionano in modo apparentemente casuale in giro per il mondo, e seminano il panico fra la popolazione. Mentre gli stati non comunicano sembrano non riuscire a trovare un linguaggio comune, Louise dopo innumerevoli tentativi trova un contatto con gli extraterrestri.
La storia è toccante ed estremamente profonda, nonostante non ci si debba aspettare un film carico di azione ed intraprendenza, ma piuttosto come già detto un’esperienza psicologica soprattutto di stasi.
2. Villeneuve dimostra di conoscere la fantascienza e questo aveva già preannunciato l’ottima riuscita di Blade Runner 2049
Villeneuve è un virtuoso, qualunque genere egli voglia affrontare. Ma se qualcuno aveva dei dubbi riguardo il seguito di Blade Runner, Arrival è il film da guardare per assicurarsi che Villeneuve con la fantascienza ci sappia fare. Se l’adattamento di Ridley Scott per il Blade Runner di Philip K. Dick del 1982 è un film pressoché intoccabile, il seguito sicuramente poteva dare dei dubbi sulla sua buona riuscita, Villeneuve è riuscito nell’impresa pressochè impossibile di rendere la fantascienza ancora più visivamente appetibile ed interessante. Per questi frangenti e motivi il regista si colloca accanto a registi come Tarkovsky, Kubrick, e lo stesso Spielberg con Incontri ravvicinati del terzo tipo.
3. Se ancora non avete visto Arrival sappiate che un finale assolutamente mozzafiato
Arrival non è semplicemente uno di quei film che restano nell’aria per molto tempo, ma è uno di quei film che fa parlare di sé anche dopo l’uscita dalla sala. Il finale, senza voler fare spoiler, è uno di quelli che commuove fino alle lacrime, che conclude il film in modo audace.
4. Villeneuve offre una rivelazione lenta e gratificante
Arrival è un climax in crescendo di stupore e di rivelazioni. L’accumulo di suspense e di riprese poco esplicite è la chiave per rendere così interessante l’arrivo dell’astronave aliena. Anche la nave che studierà Louise, in Montana, è immersa in un enorme prato che risulta sempre avvolto dalla nebbia, proprio ad aumentare la misticità e la suspense.
5. Gli alieni, con il loro linguaggio, sono perspicaci ed introspettivi
Arrival è uno di quei film in cui gli alieni risultano come delle entità buone. In questo caso, addirittura, essi hanno un linguaggio logologico che oltre che affascinante risulta estremamente innovativo.
Louise è una delle prime a vederli, quando hanno già ricevuto il soprannome di “eptapodi” in riferimento ai sette tronchi che pendono dai loro corpi mastodontici. Essi rimandano ai cetacei, per la loro grandezza, per i loro movimenti goffi e per i loro suoni.
Louise e il suo partner teorico Ian Donnelly (Jeremy Renner) iniziano a comunicare con gli eptapodi tramite una lavagna a secco – essi usano l’inchiostro dei loro tentacoli spruzzati su una barriera simile al vetro – dopo molti tentativi iniziano ad interpretare alcune parole tramite logogrammi. Le forme circolari che compongono gli eptapodi offrono anche prove su come essi percepiscono il tempo.
6. Arrival è un mix di immagini fra Aronofsky e Nolan
Questo punto fa riferimento ai film più psichedelici di Darren Aronofsky (come The Fountain) o di Christopher Nolan, in particolare Memento, The Prestige e Inception.
Ma se Inception decide di puntare tutto su un giallo onirico (l’intero film che alla fine gira attorno al “era o non era un sogno” ), Arrival porta fino alla tana degli extraterrestri e ne esce con un film enigmatico ma al tempo stesso esplicativo e gratificante.
7. Arrival pone al centro dell’attenzione una tematica estremamente importante
L’arrivo degli eptapodi avvolge l’America in una nebbia di paura ed ansia, incertezza e profondo terrore, ponendo come tematica principale l’incapacità politica di gestire situazioni drammatiche ed evidenziando come un presidente incapace possa creare danni e generare incomunicazioni fra stati (Trump). Un film più che mai attuale, quindi, che anche con una storia assolutamente irreale pone come oggetto principale un problema estremamente contemporaneo: quello dell’incomunicabilità.
8. Arrival crea uno spettacolo visivamente mozzafiato
Villeneuve e il direttore della fotografia Bradford Young hanno creato un film interamente realizzato sui toni del grigio-blu, che rende il film malinconico ed onirico allo stesso tempo. Ad aiutarli dei collaboratori molto abili fra cui il genio degli effetti visivi Louis Morin e lo scenografo Patrice Vermette. Il film unisce insieme inquadrature drammatiche e noir al tempo stesso, oltre a sequenze spaziali che riescono a confondere mentalmente lo spettatore.
9. Arrival connubio insieme vecchio e nuovo
Arrival rivisita tutte i clicheè dell’invasione aliena mai visti al cinema e poi li infonde con intelligenza in un film eccezionale. Villeneuve si lascia andare all’eleganza ed alla semplicità, omaggiando i grandi capostipiti della fantascienza, fra cui 2001,The Day the Earth Stood Still ed Indipendence Day. Ma nonostante i riferimenti fra loro stridenti Arrival riesce ad omaggiare con rigorosità tutti i grandi film di fantascienza, unendo insieme cult a temi estremamente contemporanei.
10. Amy Adams è la vera star di Arrival
Amy Adams è sbalorditiva in una performance estremamente aggraziata ed equilibrata. La Adams riesce a trasformare i suoi occhi in uno specchio di emozioni, fra freddezza lavorativa e sofferenza personale. La bellezza di una guida femminile si mostra in tutta la sua forza e delicatezza, mostrando l’enorme talento recitativo dell’attrice. Louise è un’eroina non solo per la nazione, ma anche per se stessa e per le sue rivincite e sofferenze personali. E la grandezza del personaggio ed al tempo stesso dell’attrice è quella di essere umano, pieno di difetti ed al tempo stesso di empatia, cosi da far sentire noi spettatori estremamente vicini a lei.