Il non-musicista Fabio Rovazzi, come lui stesso si definisce, ha rilasciato un nuovo singolo che travalica i confini del pop moderno italiano.
Sia chiaro fin da subito: la canzone di Rovazzi non è niente di ché a livello musicale e non si discosta dal solito refrain stra-abusato fatto di ritornello electro dance, motivetto catchy e testo disinteressato. È l’ennesima uscita di pop facilone con cui tutti i giorni veniamo inondati ovunque, dalle radio, ai bar, ai centri commerciali.
Ciò che rende particolare l’intuizione artistica di Rovazzi è, in realtà, molto semplice ma allo stesso tempo vincente. Il singolo, infatti, è indissolubilmente legato al videoclip (cortometraggio in questo caso) pregno di riferimenti visivi alla cultura pop italiana del terzo millennio e qualche chicca geek messa qua e là per stimolare il cervello anche da chi il pop proprio lo detesta. Anche il mezzo con cui si vuole veicolare il brano non è scelto a caso: YouTube. Ovvero il fenomeno modernissimo enormemente più virale dell’intrattenimento che sta lentamente portando all’estinzione la classica televisione.
Mai come in questo caso Rovazzi ha fatto le cose in grande partorendo un contenuto dall’elevato minutaggio per lo standard della canzone pop. Addirittura nei 9 minuti totali, più della metà sono dedicati esclusivamente a raccontare una “trama” in cui il povero Rovazzi, privo di espressione, è costretto a rubare il talento (!) e l’aspetto di altri cantanti, proprio come nel famosissimo film con Michael Jordan Space Jam.
Si fa fatica a riscontrare ogni singolo spot di cultura pop che il Nostro ha voluto inserire nel videoclip talmente ne è pieno: si passa infatti da Massimo Boldi a Diletta Leotta, Eros Ramazzotti, Al Bano, il sempreverde Gianni Morandi, un improbabile Flavio Briatore, Fabio Volo, Rita Pavone e l’immancabile fenomeno assoluto del momento: LIBERATO.
Rovazzi vuole trasmetterci il messaggio che tutto il contenuto va inteso come un quadro in cui la melodia (in senso stretto) è la cornice, mentre il girato è il dipinto. Il risultato tutto sommato è godibile, leggero e disimpegnato, come d’altronde vuole essere la stragrande maggioranza del pop contemporaneo.