I peggiori film di supereroi della vecchia generazione

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5. Tartarughe Ninja III – Stuart Gillard (1993)

I peggiori film di supereroi della vecchia generazione

I peggiori film di supereroi della vecchia generazione

Nessuno potrà mai negare che i primi due film sulle Tartarughe Ninja siano stati di più che di un divertente intrattenimento da popcorn. Di sicuro i personaggi non avevano la stessa arguzia presente nei fumetti, ma almeno gli sceneggiatori si erano sforzati di raccontare una storia che avesse un senso logico.  Il terzo film, d’altra parte, è un qualcosa di indifendibile. Tralasciando i costumi pessimi, la trama non ha nulla a che fare con quanto visto prima e con l’ambientazione delle Tartarughe Ninja. Una premessa per viaggi nel tempo, probabilmente destinata a rendere omaggio alle influenze giapponesi sul franchise, che risulta offensiva per i fan del brand. Persino il successivo riavvio di Michael Bay, risulta migliore di questo film.

4. Justice League of America – Félix Enríquez Alcalá (1997)

I peggiori film di supereroi della vecchia generazione

I peggiori film di supereroi della vecchia generazione

La Justice League del 2017 è uno dei film di supereroi più famosi dei nostri tempi. Tuttavia, contrariamente alla credenza popolare, non è stato il debutto cinematografico della famosa squadra di supereroi della DC Comics, poiché in passato era stato fatto un altro film al riguardo. Nel 1997, la CBS commissionò un progetto pilota per un potenziale programma televisivo incentrato sulle avventure della Justice League . È uno di quei film che devono essere guardati per poterci credere, ma prima di farlo, seguite il consiglio del famoso creatore di fumetti Mark Waid: “80 minuti della mia vita che non torneranno mai più“.

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3. Barb Wire – David Hogan (1996)

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In altre circostanze, Barb Wire avrebbe dovuto essere il film definitivo per Pamela Anderson. Dopotutto, la mini-serie Dark Horse viene ancora ricordata per la sua grande eroina cazzuta con la pistola. Ciò che i produttori del film sembrano però aver dimenticato, è che quando si gira un film di questo tipo, è fondamentale mantenere un approccio ironico per essere credibili. Barb Wire invece si sforzava di essere serio, e nel farlo elevava fin troppo le poste in gioco. Secondo i creatori il film doveva assomigliare a Blade Runner (non lo faceva), avere un’azione elettrizzante come Tron (non l’aveva), e avere un’ottima recitazione (e no, non l’aveva). Il risultato finale è un qualcosa che persino gli amanti dei cinepanettoni potrebbero avere difficoltà ad accettare.

2. I fantastici 4 – Oley Sassone (1994)

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I peggiori film di supereroi della vecchia generazione

Roger Corman è una persona distinta e meritevole di rispetto, poiché è stato contemporaneamente elogiato sia dai cineasti più famosi e sia da quelli indipendenti. Un’anima pia che ha aiutato molti famosi attori e registi a mettersi in contatto con l’industria cinematografica, regalandoci al tempo stesso alcuni dei più bei b-movie mai realizzati. È triste, quindi, che il suo nome sia per sempre legato alla parodia di The Fantastic Four. Realizzato esclusivamente con lo scopo di permettere al produttore tedesco Bernd Eichinger di mantenere i diritti sui personaggi, The Fantastic Four è il classico tentativo fallimentare di i realizzare un blockbuster con un budget praticamente inesistente. Costumi economici, gli effetti visivi assenti e un design completamente sciatto. In definitiva, il film ha avuto e ha raggiunto il suo scopo: essere inguardabile al pubblico. Almeno però fa ridere.

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1. The Spirit – Frank Miller (2008)

I peggiori film di supereroi della vecchia generazione

I peggiori film di supereroi della vecchia generazione

The Spirit non è altro che un tentativo di adattamento della serie iconica di Will Eisner degli anni ’40, dove apparentemente Miller voleva onorare l’opera del collega allo stesso modo in cui M. Night Shyamalan volle omaggiare i fan di Avatar: The Last Airbender. Il film ha reso i personaggi e il racconto di Eisner in una rissa esagerata e drammatica, dove Miller è riuscito ad offuscare il talento narrativo del suo collega.

 

Da TasteofCinema