Il brutto di lavorare in Pixar, specie se sei donna

Se per alcuni lavorare alla Pixar può sembrare un sogno questo non lo è per chi effettivamente ci lavora, come racconta la graphic designer che ci ha lavorato e ha denunciato tutti i soprusi subiti durante la sua carriera a Variety

Lavorare in Pixar per una donna? Un incubo
Condividi l'articolo
La gestione Lasseter ha distrutto quell’idea di mondo fatato che tutti noi avevamo in testa ogni volta che pensavamo alla Pixar Animation Studios

“Sono stata una graphic designer alla Pixar durante la seconda metà dei miei 20 anni. Conosco gente che sta dicendo che il clima non era così male. Io sono qui a dire che lo era eccome, e molto di più di quanto si immagini”

A parlare a Variety è Cassandra Smolcic, una graphic designer che ha avuto la fortuna di lavorare in Pixar e la sfortuna di avere un capo come John Lasseter, il diabolico sessista capo creativo della suddetta azienda.

La Smolcic racconta che a causa del suo essere donna ha sempre avuto problemi all’interno dell’azienda; e per la valutazione del suo lavoro, per la sua possibilità di far carriera e di un senso di sicurezza completamente assente. La Smolcic racconta la realtà aziendale apertamente sessista, senza nessuna contromisura adottata a bloccare il fenomeno. È ciò che in un po’ l’ha rovinata e l’ha costretta ad abbandonare l’industria.

L’entusiasmo di lavorare in Pixar come stagista, ritenuto all’inizio il lavoro dei suoi sogni, è stato immediatamente stroncato da un flusso costante di allarmi generati proprio dallo stesso Lasseter. Fu devastante, per la ragazza, apprendere che in realtà nonostante si trovasse in una società gigantesca e che fosse nella città più liberale del paese i comportamenti dei capi non erano proprio limpidi. Anzi, oltre ai comportamenti maschilisti e molesti del capo creativo John, a Cassandra fu raccomandato di stare alla larga anche da un altro dirigente che nonostante avesse comportamenti simili a John non era stato mai allontanato.

Il primo incontro scomodo la ragazza lo ha avuto all’interno della cucina della compagnia, a due settimane dall’inizio del suo stage. È stata messa all’angolo dallo stesso Lasseter con commenti sessuali e sguardi apertamente rivolti al suo corpo. Durante tutti i successivi cinque anni di lavoro Cassandra è stata continuamente oggetto di incontri sgraditi ed episodi simili, non solo di Lasseter ma anche di altri uomini della società. Soltanto un collega maschio ha tentato di difenderla, è stato allontanato dai progetti.

LEGGI ANCHE:  Peter Pan è l'Angelo della Morte secondo un'agghiacciante Teoria

La carriera le è stata stroncata sul progetto di Cars 2, un superiore le riferì che non sarebbe stata invitata a tutti i meeting settimanali che si sarebbero tenuti perché John Lasseter aveva un po’ di difficoltà a controllarsi al cospetto di giovani donne. Dunque la ragazza ha dovuto rinunciare a partecipare al processo di regia e la sua traiettoria di carriera, che si aspettava salisse in Pixar, fu fatta tornare giù. Questo soltanto perché era donna, e come tutte le donne della compagnia subiva questi soprusi.

Cassandra continua, sempre su Variety, a dire che a John non servivano luoghi appartati o intimi per molestare le donne. Era possibile che lo facesse anche davanti ad altri testimoni, bastava soltanto che una donna di suo gradimento entrasse nel suo range.

Il comportamento dello stesso Lasseter ha dato modo ad altre persone di comportarsi alla stessa maniera, ha incoraggiato il comportamento sessista di altri collaboratori. La ragazza ricorda un episodio in particolare, in cui un regista paragonò un film ad una bionda con i seni grossi difficile da inchiodare. Questo, ed altri tipi di comportamenti, si susseguivano in Pixar.

Il sostegno necessario ad andare avanti Clarissa l’ha trovato insieme ad altre colleghe, quando ha iniziato a parlare loro dei problemi che l’affliggevano e dei continui soprusi nei suoi confronti si è resa conto che non era la sola nella compagnia ad averli subiti. La mole di lavoro che veniva data ai suoi colleghi uomini era enorme rispetto a quanto questi potessero effettivamente fare. Si ironizzava spesso, quasi con una strana ironia

LEGGI ANCHE:  Captain Marvel, ecco il primo trailer del nuovo film targato Marvel!

Nel 2010 Brenda Chapman fu licenziata come regista di Brave e il suo film fu affidato ad un uomo

Ribelle The Brave

Un capo dipartimento femminile chiese aiuto ripetutamente ai suoi superiori maschili i quali non l’aiutarono, addirittura le provocarono un esaurimento nervoso e fu costretta a prendersi un anno sabbatico da lavoro. Venne rimpiazzata da un uomo, il quale riuscì a portare a termine il progetto al quale stava lavorando la stessa in brevissimo tempo.

Alla fine della quarta produzione in Pixar a Clarissa fu consegnato un documento diviso in due colonne: aspetti positivi e aspetti negativi. La colonna degli aspetti negativi era ricolma di note, tra cui “Fa troppe domande”, “troppe opzioni di disegno” e “fatica troppo a lavoro”. Quando Clarissa confrontò il documento con il suo capo questi le disse:”Se fossi stata un uomo tutte le note negative sarebbero state in quelle positive. Visto che sei donna, ti ritrovi tutte queste note negative”. Il capo di Clarissa riconobbe dunque il sessismo applicato all’interno della realtà aziendale e, soprattutto fu sincero nel dire che le donne erano penalizzate a lavoro.

La retorica della Pixar ha sempre collimato con ciò che effettivamente veniva applicato all’interno dell’azienda

Milioni e milioni di bambini hanno guardato film usciti da una produzione marcia, molti sono state le opere che lo stesso Lasseter ha supervisionato.

La sostituzione di rimpiazzare John Lasseter con Jennifer Lee e Pete Docter alla Pixar sono di buon auspicio, nonostante-fa sapere sempre Clarissa-sia molto difficile estirpare pregiudizi radicati da anni e un’eredità scomoda interna agli stessi uffici.

Ci vuole ben altro che una semplice sostituzione degli organi esecutivi