Super Fly: musica come commentario sociale e strumento di emancipazione.
Super Fly, diretto da Gordon Parks, Jr. nel 1972, è il più famoso film della blaxploitation. Ossia, l’exploitation anni ’70 ma fatta dagli afroamericani per gli afroamericani. Film volutamente violenti, espliciti, che parlano di argomenti allora limite come sesso, droga, prostituzione, criminalità e aperta violenza.
Super Fly segue appunto le vicende di alcuni spacciatori di droga, nella miseria della loro professione e nei loro tentativi di fare “il colpo” e di cambiare vita una volta per tutte.
Super Fly è uno di quei casi nei quali la colonna sonora, omonima, supera quasi per fama il film stesso. Colonna sonora di Curtis Mayfield, genio del funk/soul dell’epoca, che con la sua chitarra in wah-wah accompagna tutto il film. Il linguaggio musicale di Mayfield unisce tutto il meglio della musica nera dell’epoca: soul, funk, r’n’b, jazz e fusion.
Le sue canzoni sono utilizzate estesamente, tanto da trasformarsi, come Pusherman, in veri e propri videoclip. Non c’è da stupirsi che pezzi come Superfly e Freddie’s Dead siano diventati delle hit. Lo stesso Curtis Mayfield compare nel film, assieme alla sua band di accompagnamento, ascoltato durante la sua esibizione dagli stessi protagonisti.
La colonna sonora di Super Fly avvalora e fornisce coesione e coerenza allo stesso film, integrando musicalmente le vicende narrate. Il risultato è una potente opera di commentario sociale e di emancipazione culturale.
Forse è vero che Super Fly è un film “trash”, che racconta vicende di criminali comuni con toni avventurosi e celebrativi fuori luogo. Ma è anche vero che nell’America dell’epoca una tale opera ebbe un impatto notevole sull’autocoscienza delle minoranze di colore. Impatto del quale anche Curtis Mayfield con la sua musica fu notevolmente partecipe e artefice.