Placebo – Report del Medimex di Taranto

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Una sfida difficile a fronte di un evento incredibile. Ci sono riusciti?

Venerdì 8 Giugno siamo stati alla seconda data del Medimex, International Festival e Music Conference e ne siamo rimasti entusiasti. Il Medimex è promosso da Puglia Sounds – il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale pugliese – e quest’anno ha lasciato Bari per spostarsi nella meravigliosa Taranto.

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La sfida di Taranto è vinta.

Il fitto programma prevedeva 4 giorni all’insegna della musica in ogni sua forma. Non solo concerti, tra cui spiccavano i big internazionali, Kraftwerk e Placebo, ma molto di più: incontri d’autore, panel e attività professionali, mostre e dj set. La risposta all’evento è stata impressionante: gli organizzatori hanno stimato la partecipazione di circa 60 mila persone. I Kraftwerk hanno offerto uno spettacolo di musica elettronica in 3D, un’esperienza ultrasensoriale e fuori dall’ordinario. I Placebo hanno registrato il tutto esaurito, richiamando spettatori da ogni parte d’Italia.

Ma non solo: l’installazione di luci e laser di Arthur Duff sul Castello Aragonese, la mostra su Kurt Cobain e il grunge al museo archeologico MarTa, le presentazioni di libri, i workshop sul mondo del lavoro nella musica, i momenti in cui i musicisti locali hanno incontrato i produttori internazionali delle più grandi etichette e i live notturni al Molo Sant’Eligio sono solo alcune delle iniziative che Medimex ha proposto. Il tutto è stato organizzato in modo impeccabile.

Vi raccontiamo il live dei Placebo di venerdi sera.

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Il sound energico dei Placebo.

Nel panorama dell’alternative rock, i Placebo sono stati coscienti interpreti di un’epoca. A vent’anni dalla pubblicazione del loro capolavoro Without You I’m Nothing – forse secondo solo a Sleeping with Ghosts – abbiamo piacevolmente constatato che non hanno assolutamente perso la verve e la grinta che caratterizzavano le loro prime esibizioni.

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Il concerto comincia alle 22.30, dopo le esibizioni di Kiol e dei Casino Royale, che hanno magistralmente scaladato il pubblico prima dell’arrivo della band headliner. Già da qualche giorno, l’organizzazione ha dichiarato il sold out dell’evento. Il live apre con Pure Morning, probabilmente il singolo che più ha reso celebre la band al grande pubblico. Chi conosce i Placebo sa che difficilmente propongono i brani più commerciali: Pure Morning, nello specifico, prima del tour del 2017 non veniva eseguita da circa 10 anni. La scelta delle canzoni in scaletta ci ha dunque piacevolmente sorpresi.

Il pubblico risponde con grinta e partecipazione, intonando a squarciagola i versi dei ritornelli e alternando urla ad applausi per tutta la durata del concerto. I Placebo sembrano trovare la propria dimensione in arene e grandi spazi come quello offerto dal Medimex. Ciò che colpisce di più è la presenza scenica di Brian Molko, che sa come accendere gli animi degli spettatori senza inficiare la qualità dello spettacolo. Nessun balletto febbrile, niente spettacoli, siparietti o messe in scena: Molko, da vero frontman, dimostra di avere grande carisma e di essere in grado di coinvolgere attivamente il pubblico senza troppe esagerazioni.

La tensione resta alta per tutte le (quasi) due ore del concerto.

Al singolo di apertura si susseguono i più recenti Loud Like Love e Jesus’ Son, ma non mancano i grandi classici che hanno contribuito a consacrare il successo dei Placebo, da Special K a Without You I’m Nothing. Anche Stefan Olsdal (basso, chitarra e tastiera) sembra essere in gran forma e accompagna più che degnamente la voce di Brian Molko, il cui look total black ricorda molto quello di Robert Smith dei Cure.

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Unica nota stonata dell’intera esibizione è stata l’esecuzione di Song To Say Goodbye, più slow e meno aggressiva rispetto alla versione studio a cui siamo abituati. Chiariamoci, questo non significa che non abbiamo apprezzato l’iniziativa e il tentativo di reinterpretare il brano. Il fatto è che Song To Say Goodbye è un brano di consapevolezza, un viaggio introspettivo; è la narrazione di una delle sfide più complesse che una persona, prima o poi, si trova a dover affrontare: il perdere se stessi per ritrovarsi. Per questo motivo, un messaggio del genere meritava di essere trasmesso con più vigore.

Ad ogni modo, è stato un ottimo concerto, perfettamente coerente alle nostre aspettative. L’ennesima conferma delle capacità di una band storica come i Placebo, che non avrebbe bisogno di dimostrare più nulla, visti i successi conseguiti negli anni. Un live fatto per premiare i fan, un’occasione per rispolverare i vecchi classici. Se è vero che la band scelse di chiamarsi Placebo pensando a “qualcosa che tu credi ti faccia sentire meglio“, crediamo di esserci  sentiti più che bene alla fine del concerto, e a giudicare dalle facce degli altri, non siamo stati i soli.

SCALETTA:

Pure Morning
Loud Like Love
Jesus Son
Soulmates
Special Needs
Too Many Friends
20 years
I Know
Devil In The Details
Exit Wounds
Protect Me From What I Want
Without You I’m Nothing
For What It’s Worth
Slave To The Wage
Special K
Song To Say Goodbye
The Bitter End

Infra Red
Running Up That Hill