Quando il terrore è in Famiglia: 10 Film da vedere [LISTA]

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5. Shining – Stanley Kubrick (1980)

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Uno dei film horror più iconici e belli di sempre. Una pellicola tecnicamente perfetta, destinata fin dal suo esordio ad entrare nell’immaginario collettivo. Shining è un’opera incredibile, affascinante e inquietante, con la capacità di togliere il sonno allo spettatore, anche grazie agli elementi disturbanti presenti al suo interno, come le carrellate negli angusti corridoi o la famosa scena dell’orso con il maggiordomo. Tutto nella pellicola, dalla colonna sonora fino alla scelta delle luci, mira unicamente a creare un’atmosfera inquietante e capace di enfatizzare le scene di terrore ideate da Stanley Kubrick. Un’orrore che però non sarà solo di origine soprannaturale, ma che sfocerà anche nella follia più cruda e feroce, il cui artefice sarà unicamente l’uomo e la sua cattiveria. Un’opera che punta a demolire le sicurezze dell’uomo, quelle più intime e solide, distruggendole con una crudele sincerità.

 

6. Rosemary’s Baby – Roman Polanski (1968)

terrore è in famigliaIl male, anche quello peggiore, può provenire dall’interno della propria casa, o nel caso di Rosemary’s Baby,dall’interno del proprio corpo. Roman Polanski prosegue così la sua trilogia dell’appartamento con una pellicola che punta a disarmare l’uomo di ogni certezza, facendolo precipitare in uno stato paranoico nei confronti della società e della realtà stessa. Il mondo diviene un posto ostile, un luogo nel quale nessuno può fidarsi di nessuno e dove non esiste alcun riparo, nemmeno da sé stessi. Un’opera intensa che trascina lo spettatore in una dimensione asfissiante, stringendosi sempre più attorno alla protagonista e a chi, insieme a lei, affronta questa odissea del terrore. Un film in grado di terrorizzare non tanto per quel che mostra, ma per quel che tiene celato e per le sensazione che riesce a trasmettere. Rosemary’s Baby è un film che colpisce nel profondo, nel subconscio del proprio pubblico, privandolo non solo del sonno, ma anche del respiro.

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7. Eraserhead – David Lynch (1977)

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Eraserhead è un incubo ad occhi aperti. Lo spettatore che decide di guardare quest’opera per la prima volta, accetta implicitamente di seguire il bianconiglio nella sua tana più profonda e di lasciarsi trasportare nella follia della mente umana. Henry è un sognatore, un uomo con la testa fra le nuvole che scruta ogni particolare di una realtà troppo grigia e monotona, per una persona come la sua. Una dimensione monocromatica in cui riversa inconsapevolmente tutte le paure e le emozioni più recondite del suo animo, trasformando quel mondo in un inferno a cielo aperto. Ai suoi occhi tutto appare allucinato e grottesco, un’orrore senza fine che non è altro che un’allegoria del suo stato d’animo e del suo essere improvvisamente padre di un figlio che non vuole. Una condanna che lo vuole omologato, uguale a tutti gli altri, a resettare la sua mente e la sua personalità, una volta per tutte. Lynch con quest’opera firma il suo lavoro più sperimentale e controverso, ma anche quello più onirico e surreale di sempre.

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