In un genere (quello dell’horror) fatto di trame banali e ripetitive, diventa sempre più difficile risultare originali.
Specialmente se nel farlo ti avvali di elementi che non sorprendono più minimamente lo spettatore. Fra i tanti titoli che sono usciti nel corso degli anni, ne esiste uno diretto da Bryan Bertino, con protagonisti Liv Tyler, Scott Speedman e che nonostante tutto ha saputo conquistare immediatamente il pubblico: The Strangers. La premessa è semplice. Una coppia in crisi decide di dare una svolta alla loro relazione, trascorrendo la notte in una casa estiva. Qualcuno bussa alla porta dando inizio a uno spettacolo ansiogeno e totalmente spiazzante. Dopo il successo del primo capitolo, la Rouge Pictures decide di produrre un degno sequel, con lo stesso Bertino alla sceneggiatura e mettendo dietro la macchina da presa Johannes Roberts, regista di 47 metri e The Dark Side Of The Moon.
La trama e pressapoco la stessa: Una famiglia in piena crisi, è in viaggio per trascorrere un po’ di tempo insieme. L’idea prende subito una piega pericolosa quando giungono in uno sperduto camping di roulotte, trovandolo misteriosamente abbandonato. Come se questo non fosse già abbastanza, tre psicopatici mascherati fanno loro visita per spingerli oltre il limite umano.
Quello che all’apparenza sembrava un weekend tranquillo, ben presto si trasformerà in una lotta alla sopravvivenza.
Ma bisogna essere chiari: The Strangers: Prey At Night non è un sequel diretto del primo capitolo.
Il film viene costruito solamente attraverso l’elemento principale, ovvero i tre psicopatici mascherati, raccontando, anche se a volte in maniera un po’ troppo superficiale, il decadimento di una famiglia; qui composta da nomi davvero niente male come Christina Hendricks e Bailee Madison.
I protagonisti si muovono all’interno di un horror che, togliendo qualche piccolo difetto, è girato in maniera egregia e consapevole di un’atmosfera confezionata a dovere.
È proprio quest’ultimo ad essere il pregio del film. Bertino si concentra sui dettagli per incutere maggior inquietudine, lasciando che la regia di Roberts faccia il resto. Il tutto arricchito da una fotografia prettamente scura, tetra e una colonna sonora di fondamentale importanza per la riuscita del film. Una sonorità elettronica, che spazia da Bonny Tyler (che qui viene usato in una delle scene più belle del film, ovvero quella della piscina) a Kim Wilde.
Sembra tutto perfetto per un film del genere, ma nonostante le buone intenzioni, la storia non è esente da difetti.
Il cast recita bene, lavorando sui vari stati d’animo che si susseguono, in primis l’interpretazione della Madison, che dopo questo film si conferma ancora una volta un’attrice straordinaria. Tuttavia la loro caratterizzazione non si può certo definire riuscita, dal momento che il film non ci lascia il tempo di entrare in sintonia con loro. I venti minuti iniziali, che qui vengono usati per raccontarci una famiglia problematica, vengono sfruttati male, lasciando spazio a uno slasher convenzionale.
Seppur con qualche difetto, The Strangers 2: Prey at Night rimane comunque un buon film, capace di regalare un’atmosfera degna di nota e avvincente, nonostante la banalità del soggetto.