Qualche artista da scoprire prima di imbarcarsi nell’estate.
Come ogni mese arriva la nostra rubrica La Scimmia Ascolta. Le regole sono semplici, i nostri redattori de La Scimmia Sente, La Scimmia Fa consigliano alcune band ascoltate durante il mese trascorso. Da suoni caldi e funky a grezzi e divertenti, da grandi collaborazioni a progetti solisti.
Voilaaa
Ora che l’estate è alle porte i consigli tenderanno più a spostarsi al sound danzereccio e spensierato. L’occasione è congeniale per esprimere due parole sui Voilaaa: loro sono un ensemble musicale d’Oltralpe che fonde occidente e Africa in un mix adrenalinico di funky curatissimo, disco music anni ’80 nella sua accezione più melodica, ritmi esotici ed un basso elettrico da panico. L’ideale per un party in riva al mare con un mojito in una mano ed un sex on the beach nell’altra. I francesi hanno il groove nel sangue, guai a dire il contrario!
I TrollfesT sono una caciaronissima band folk/black metal norvegese di Oslo. Il gruppo si è contraddistinto per la capacità di creare delle vere e proprio audio-storiedemenziali che, dal 2004, ruotano intorno alle peripezie di un gruppo di Troll. La gesta dei Troll sono racchiuse in un demenziale arco narrativo, che si ramifica per 7 dischi. La storia è davvero lunga, ma merita un futuro approfondimento nella nostra rubrica dei concept.
Lo stile musicale dei Trollfest è molto poliedrico; ognuno dei sette album accorpa elementi di più stili, come la musica balcanica per Villanden (2009) e Brumlebassen (2012), o la Dance anni 80 per il più recente Helluva (2017). Stesso discorso per la resa Live, il design con cui i membri del gruppo si vestono e la grafica dello show sono correlati al tema dell’album in corso. Buon Ascolto!
C’è poco da fare: qualunque cosa faccia Mike Patton, è oro. L’eclettico cantante infatti, da sempre amante dell’Italia (sposò un’italiana e visse quasi 9 anni a Bologna), ha deciso nel 2010 di omaggiare il nostro paese con un album di cover italiane degli anni ’50 e ’60, dal titolo Mondo Cane.
Avvalendosi della collaborazione di Roy Paci e dell’ orchestra Filarmonica Arturo Toscanini, Patton registra un incredibile tributo al Bel Paese, passando da esponenti illustri come Morricone, Tencoe Buscaglione con classe e rispetto.
Patton in quest’album non canta le canzoni, le vive. La sua voce si destreggia con una lucida follia dentro il testo del brano fino a carpirne l’essenza, trasformandolo a seconda dell’esigenza in una serenata, uno swing o addirittura un Urlo Negro.
L’album riscosse un grandissimo successo, arrivando secondo nella classifiche americane e registrando il tutto esaurito nei più prestigiosi teatri europei. Menzione d’onore per la spettacolare edizione estesa in dvd, registrato in presa diretta in un teatro di Amsterdam, che dovete (ripetiamo, DOVETE) assolutamente recuperare.
Non troppo conosciuto per la sua carriera solista quanto per le sue collaborazioni con artisti di fama mondiale quali Johnny Cash, Waylon Jennings e Willie Nelson, Jesse Dayton può avvalersi di ben 5 album all’attivo. Il suo stile è decisamente ispirato al country più tradizionale e alle vicende americane nel senso stretto del termine. Sonorità quindi che riportano ai caldi e aridi deserti del Texas, tra stivali di pelle e cappelli da cowboy.
Il cantautore americano ha però dalla sua parte un altro vanto non da poco. Oltre alla collaborazione con colonne storiche della musica made in U.S.A. può segnare sul suo curriculum vitae la partecipazione a diverse colonne sonore firmate per Rob Zombie.