La pantera rosa di Blake Edwards è un famoso film comico del 1963 con Peter Sellers. Il vero protagonista del film non è tanto il ladro gentiluomo che deve tentare di rubare il diamante che dà il titolo al film, quanto il maldestro ispettore Clouseau che gli dà la caccia, interpretato appunto da Sellers.
La pantera rosa non è certo un film di Fellini, Antonioni o Godard. Non è un capolavoro d’autore, non è un film che pretende di insegnare qualcosa o di comunicare messaggi importanti. Tuttavia, può essere interessante analizzare anche questi film di second’ordine. Con un buon approfondimento si possono cogliere diversi elementi che indirettamente dicono molto sulla cultura del periodo in cui il film è stato realizzato. Lo stesso, naturalmente, è possibile esaminando la componente musicale del film in questione.
La prima cosa da dire, per quanto riguarda questo film di Edwards, è che il compositore della musica che qui ascoltiamo è Henry Mancini. Di questo autore di musica per film vi abbiamo già parlato diffusamente nella nostra top 10 dei compositori cinematografici. Mancini è un compositore “pop”, che interviene in una fase delicata della storia dell’industria Hollywoodiana, una fase di crisi che richiede rinnovamento.
Al linguaggio prettamente classico di compositori precedenti come Max Steiner, Mancini oppone influenze che arrivano dalla musica jazz, blues, pop e rock del periodo. Perciò molte delle sue composizioni sono entrate nella cultura popolare. Un esempio? La “Marcia dell’elefantino” nel film Hatari! Di Howard Hawks (1962), un tema oggi pressoché universalmente noto.
Un altro esempio, e torniamo a noi, lo si ritrova proprio ne La pantera rosa.
Il tema che accompagna la sequenza animata di apertura del film è, con poche eccezioni, una delle composizioni jazz più famose di sempre. Tutti la conoscono, ed anzi spesso oggi questo film è noto più per questa musica che per i contenuti del film stesso.
Ma non finisce qui. Tutti i momenti musicali del film rimandano ad una celebrazione pop della cultura dell’epoca, nella misura in cui il film deve necessariamente fungere anche da veicolo commerciale e macchina promozionale. Così come il personaggio animato della Pantera Rosa, che avrà poi un merchandising dedicato, serie animate, fumetti ecc.
L’esempio più eclatante è quello di una parte musicale del film meno nota, rispetto ai titoli di testa, ma anche più significativa. Meglio Stasera (It Had Better Be Tonight), è una canzone composta con un ovvio scopo commerciale. Il testo in inglese di Johnny Mercer, professionista del campo, tiene conto della moda italiana dell’epoca.
Sono gli anni de La dolce vita, molti film americani vengono girati nel nostro paese e diverse star italiane sono famose quanto quelle straniere. Abbiamo citato prima Hatari! di Hawks, che esce un anno prima de La pantera rosa. In quel film, al fianco di John Wayne, c’è l’attrice italiana Elsa Martinelli. Anche in Meglio Stasera, il titolo è in italiano per un motivo essenziale. Vediamo quindi quali collegamenti si vengono a creare, e quale spaccato culturale ci viene restituito con precisione.
Ad un livello ancora più sottile, si possono riconoscere in Meglio Stasera le influenze della samba e della bossa nova brasiliane, generi che sempre in quel periodo avevano un grande seguito internazionale. The Girl from Ipanema, la più famosa canzone del genere, è del 1962.
Meglio Stasera (It Had better Be Tonight) viene cantata e ballata nel film in quello che si prefigura come un vero e proprio videoclip. Abbiamo quindi un miscuglio di elementi appositamente studiato per creare un prodotto commerciale, indirizzato con precisione al vasto pubblico di un film comico. Un prodotto seducente, divertente, moderno e alla moda.