È un mondo cattivo, senza pietà, che racchiude dentro di sè un cuore selvaggio.
Il 1990 fu l’anno dei miracoli per David Lynch, Wild at Heart fu premiato con la Palma d’oro al festival di Cannes mentre contemporaneamente la serie televisiva di Twin Peaks catturava l’attenzione e le lodi di milioni di spettatori in tutto il mondo. Wild at Heart preannunciava una svolta da parte del settore indipendente, verso opere più violente e intense, che avrebbero raggiunto il loro apice con Le iene (Quentin Tarantino).
Tutto ciò manifestava un sentimento comune sparso per tutto il paese, che trovò il culmine con una drammatica espressione proprio a Hollywood con larivolta di Los Angeles del maggio 1992. Nonostante ai tempi apparisse dannosamente scioccante, Wild at Heart non fece altro che mettere in evidenza quanto Lynch, nel 1990, si trovasse in perfetta sintonia con la realtà che lo circondava.
Wild at Heart è basato sull’omonimo romanzo di Barry Gifford, uscito lo stesso anno del film.
Il manoscritto di Gifford passò per parecchie mani fino a quando non raggiunse quelle di Monty Montgomery, il nuovo produttore di Lynch con il quale lavorò anche durante Twin Peaks. Inizialmente ingaggiato come produttore esecutivo, Lynch finì per amare il libro, offrendosi di scrivere la sceneggiatura adattata e dirigere il film lui stesso, cambiandone alcune parti tra le quali il finale, per adattarlo alla sua visione dei personaggi principali di Sailor e Lula.
Come molti altri film del regista, anche Wild At Heart si erige su una strana mescolanza di più generi, il film difatti è un road movie, un dramma psicologico, una commedia violenta e allo stesso tempo una modernissima storia d’amore ambientata in un mondo violento, “un film su un amore trovato all’inferno”.
L’esteriorità variopinta e luccicante, la fotografia da urlo e il frastuono visivo che genera costituiscono quasi una singolarità nella filmografia di Lynch, esattamente come il forte ma sano abbandono sessuale al quale il film indulge.
La chimica traSailor (Nicholas Cage) e Lula (Laura Dern) è senza ombra di dubbio uno dei punti più forti della pellicola.
La coppia trasuda sensualità, amore e devozione, al punto che Lula prova costantemente paura che qualcuno possa distruggere la loro storia. Lo “strano e folle mondo” rappresenta ciò che diviene una costante minaccia alla loro felicità e dal quale cercano di nascondersi.
Il personaggio di Lula è un’eccezione rispetto alle solite personalità femminili comparse nei film precedenti del regista, non è masochista, minacciosa o incomprensibilmente misteriosa. Esattamente come appare nel romanzo è una donna molto forte e allo stesso tempo capace di comprensione, ma rimanendo comunque una bambina che ama divertirsi.
Nel film ritorna costantemente l’immagine del fuoco, come nei titoli di apertura o in molte sequenze dove i due amanti fanno sesso, Lynch sovrappone alle immagini i primi piani di fiammiferi accesi, sigarette o intere case in fiamme.
Il fuoco è quindi un elemento predominante nella relazione tra i due protagonisti e i fiammiferi così diventano l’anello che da una parte li unisce ma che dall’altra minaccia di distruggere il loro rapporto.
Tra tutte le referenze pop-culturali presenti in Wild at Heart, le più importanti e costanti allusioni del film sono quelle relative a The Wizard of Oz, uno dei film preferiti di Lynch.
Sebbene lo spettro del film del Mago di Oz aleggiasse anche nei film precedenti del regista, in Wild At Heart si rivela molto più esplicitamente, con molti dialoghi che fanno riferimento al viaggio di Sailor e Lula usando terminologie e immagini che inevitabilmente rimandano al film classico, creando inevitabilmente un parallelismo tra le due storie.
Ad esempio una sfera di cristallo viene mostrata più volte durante il film e Lula immagina la madre che li segue da vicino, come una minaccia malvagia alla loro relazione, Sailor si riferisce alla sua strada da percorrere come “Yellow Brick Road” e alla sua destinazione come “la Città di Smeraldo”, la psicotica mamma di Lula si spalma il rossetto rosso tutto il viso rimandando alla vernice verde usata nel volto della malvagia strega dell’Ovest;
e parlando di streghe Glinda, anche conosciuta come la strega buona del Sud, si presenta sotto forma di cameo alla fine del film.
Wild At Heart è una cupa e violenta love story che gioca con i codici narrativi di molteplici generi. David Lynch crea un mondo ultraviolento con personaggi ai limiti del grottesco e musiche di ogni genere, un limpido esempio di cinema, che parallelamente a Twin Peaks detta le basi di una personale cifra stilistica di enorme forza espressiva.