Dopo che la polizia ha sgomberato a suon di manganellate due club storici della capitale: il BASSIANI e il Café Gallery.Quello che sta accadendo a Tbilisi, in Georgia, ha del romantico e dello straordinario allo stesso tempo.
L’evento segna un cambiamento radicale nel pensiero comune di un paese sempre stato estremamente conservatore e reazionario. Infatti il BASSIANI oltre ad essere un club rinomato a livello internazionale è anche un punto di ritrovo in cui la gioventù georgiana si raduna per discutere ed affrontare i temi caldi della politica locale rendendo il ritrovo un laboratorio di idee e attivismo.
Il Governo georgiano, poco possibilista, a conoscenza della situazione già da tempo, ha sfruttato il decesso di alcune persone all’interno del locale, a causa di overdose, per censurare il locale e gli artisti attraverso un’azione poliziesca tutt’altro che pacifica. Sfruttando quindi la situazione a proprio vantaggio, per chiudere una faccenda che stava assumendo toni evidentemente troppo “eversivi”.
La contromossa è stata a dir poco travolgente: un rapido passaparola e migliaia di persone si sono riversate nelle strade della capitale di fronte al Parlamento georgiano in segno di protesta contro la libertà di espressione ed hanno allestito un mega palco per rendere ancora più spettacolare la cosa.
Allo slogan di “We Dance Together, We Fight Together” hanno letteralmente paralizzato la città per giorni ricevendo al contempo solidarietà da ogni parte del globo mettendo in serissima difficoltà le autorità del luogo e dando all’evento una portata internazionale.
Quando ballare diventa un atto di protesta e di libertà, e la musica è lo strumento legante, proprio come lo fu il concerto di Woodstock nel ’69 (con le dovute differenze del caso) non c’è repressione che tenga, non c’è censura ma solo amore e solidarietà.