Procuratore Schneiderman: inguaiò Weinstein, ora è accusato di molestie
Il Procuratore Schneiderman, fervente sostenitore del movimento #MeeToo e padre della prima causa nei confronti di Harvey Weinstein, si è dimesso a causa di alcune accuse di molestie sessuali.
Il Procuratore Schneiderman, fiero sostenitore del movimento #MeToo e padre di una causa contro Weinstein per violazione dei diritti civili, discriminazione ed abusi sessuali, si è dimesso.
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Il passo indietro si è reso necessario in seguito alle accuse ricevute da almeno quattro donne. Le denunce delle presunte vittime sono state raccolte da un’inchiesta del New Yorker firmata da Ronan Farrow (figlio di Mia Farrow e Woody Allen).
Due delle accusatrici hanno accettato di mostrare il loro volto, mettendosi in gioco con nome e cognome.
La prima è l’attivista e scrittrice Michelle Manning Barish, che ha vuotato il sacco sulla relazione avuta col Procuratore tra l’estate del 2013 e la fine del 2015. La donna ha descritto Schneiderman come un uomo violento: ubriaco tutte le sere, l’avrebbe picchiata a più riprese.
Il racconto della Barish scende in dettagli ancora più inquietanti. Il procuratore avrebbe addirittura minacciato di ucciderla nel caso in cui la donna avesse deciso di rompere la relazione.
L’altra accusatrice ad aver palesato la propria identità è stata l’autrice Tanya Selvaratnam. Durante la loro relazione, durata tra l’estate del 2016 e l’autunno 2017, il Procuratore Schneiderman si sarebbe rivelato estremamente violento durante i rapporti sessuali.
L’avrebbe inoltre obbligata a subire un rapporto a tre. Oltre a ciò, l’autrice ha rivelato quanto segue:
“A un certo punto iniziò a chiamarmi “schiava nera”, e voleva che ripetessi che ero una sua proprietà.”
Il Procuratore Schneiderman ha difeso con una nota la propria “condotta sessuale”:
“Nella mia vita privata ho messo in atto giochi di ruolo e altre attività sessuali consensuali. Non ho mai aggredito nessuno, non ho mai fatto sesso contro la volontà di un’altra persona.”
In sua difesa è scesa pure la sua ex moglie Jennifer Cunningham:
“Lo conosco da 35 anni, come marito, padre e amico. Quelle accuse sono totalmente inconsistenti, l’uomo che conosco ha dei valori eccezionali, è un padre amorevole. Trovo impossibile che queste accuse siano vere.”
Nonostante le accuse non siano direttamente correlate al suo lavoro di Procuratore generale di New York, Schneiderman ha deciso di fare un passo indietro:
“È stato per me un grande onore e un privilegio servire come Procuratore generale per il popolo dello Stato di New York. Nelle ultime ore sono state fatte contro di me accuse gravi, che io respingo fortemente.
Nonostante le accuse non siano direttamente collegate alla mia condotta professionale o alle operazioni dell’ufficio, credo che mi impedirebbero di guidare efficacemente il lavoro dell’ufficio in questo momento critico. Pertanto, dimetto il mio incarico, con effetto alla chiusura degli affari, l’8 maggio 2018.”
Secondo quanto riportato dalla CNN, l’ufficio del Procuratore distrettuale di Manhattan avrebbe avviato un’indagine per accertare i fatti.