Una triste notizia ha colpito il mondo del cinema.
E’ morto Ermanno Olmi. Il regista ottantaseienne si è spento oggi ad Asiago dove, venerdì, era stato ricoverato d’urgenza.
Nato a Bergamo nel 1931, rimasto orfano di padre a causa della seconda Guerra Mondiale, si trasferisce poi a Milano per seguire i corsi di recitazione dell’Accademia di Arte Drammatica. Le sue umili radici, fatte di formazione cattolica e vita rurale, lo accompagneranno lungo tutta la sua produzione.
Per mantenersi, comincia a lavorare nella stessa azienda in cui è impiegata la madre, la Edisonvolta. Inizia come fattorino, ma poi gli viene affidata l’organizzazione delle attività ricreative dei dipendenti. Si dedica, in particolar modo, al servizio cinematografico, per il quale gli viene richiesto di filmare i processi industriali.
Ermanno Olmi, assolutamente privo di esperienza con la macchina da presa, muove così i suoi primi passi nel mondo del cinema.
Resta nell’azienda dal ’53 al ’61, realizzando oltre quaranta documentari in cui mette in mostra il suo talento. Il suo occhio, mai banale, si sofferma sulla condizione degli uomini impiegati nei processi industriali.
Nel ’59 arriva il debutto sul grande schermo con i lungometraggio Il tempo si è fermato. Due anni dopo, grazie a Il posto, vince il premio della critica alla Mostra del cinema di Venezia e conquista il cuore di molti appassionati.
Da qui comincia una lunga carriera. Negli anni successivi realizzerà, dividendosi fra cinema e tv, I fidanzati (1963), E venne un uomo (1965), La cotta (1967), Racconti di giovani amori (1967), Un certo giorno (1969), I recuperanti (1969), Durante l’estate (1971) e La circostanza(1974).
Nel 1978 arriva la consacrazione a livello internazionale. Grazie al suo L’albero degli zoccoli, Olmi vince la Palma d’Oro a Cannes, oltre al premio César per il miglior film straniero.
Nel 1982 si trasferisce ad Asiago e fonda la scuola di cinema Ipotesi di Cinema a Bassano del Grappa. Nello stesso anno realizza il film Camminacammina. A causa della sua lotta con la sindrome di Guillain-Barré, la sua produzione subisce però un lungo stop.
Torna nel 1987 con Lunga vita alla signora!, premiato a Venezia con il Leone d’Argento. L’anno successivo, grazie a La leggenda del santo bevitore, si porta invece a casa il Leone d’Oro.
Nel 1993 realizza Il segreto del bosco vecchio con protagonista Paolo Villaggio. L’anno successivo gira l’episodio Genesi: La creazione e il diluvio della collana Le storie della Bibbia.
Nel 2001 dirige Il mestiere delle armi, presentato al Festival di Cannes e acclamato dalla critica internazionale. Il film si aggiudica la bellezza di 9 David di Donatello. Due anni dopo sbarca in Cina con il suo Cantando dietro i paraventi, anch’esso acclamato dalla critica.
Nel 2005 collabora con Abbas Kiarostami e Ken Loach per la realizzazione del film Tickets. Due anni dopo esce Centochiodi, film che Olmi annuncia essere la sua ultima fuga nella finzione. Nel 2008 riceve il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.
Ermanno Olmi è stato un vero pioniere del linguaggio documentaristico. Talento autodidatta, Olmi ha sempre rifuggito le luci della ribalta, ponendo l’attenzione sugli eventi quotidiani, sulla vite degli ultimi e sul rapporto fra uomo e natura.
Preferendo spesso attori non professionisti (soprattutto nella prima parte della sua carriera), ha dedicato i suoi occhi e la sua macchina da presa alla vita, raccontandola secondo le sue regole.
E’ morto Ermanno Olmi, e con lui se ne va un grande maestro della nostra storia.