Alla Dunst fu anche offerto il ruolo di Angela in American Beauty, cult di Sam Mendes, che rifiutò immediatamente. Il suo problema era quello di apparire in scene un po’ equivoche assieme a Kevin Spacey. All’epoca quindicenne, non aveva la maturità adatta per comprendere il copione e interpretare il ruolo andato poi a Mena Suvari.
Il successo commerciale arrivò con Spider-Man di Sam Raimi, dove affiancò Toby Maguire nel ruolo di Mary Jane Watson: la bella rossa che ruba il cuore di Peter Parker. Mary Jane diede a Kirsten Dunst una fama clamorosa, tanto che ricoprì lo stesso ruolo anche nei due seguiti del film.
Indimenticabili due scene: il bacio tra Mary Jane e Spider-Man, annoverato tra i più belli della storia del cinema e il finale di Spider-Man 3, dove Mary Jane canta I’m Through With Love per poi abbracciare Peter.
Superba fu la sua interpretazione, breve ma intensa, della fragile e innamorata Mary in Eternal Sunshine of the Spotless Mind. Dopo Mona Lisa Smile ed Elizabethtown, Sofia Coppola la ripropose come protagonista in Marie Antoinette.
Kirsten Dunst ebbe il compito di prestare il volto a una rivisitazione pop e romanzata della Delfina di Francia, aggraziata austriaca costretta troppo giovane a trasferirsi in un mondo borghese fatto di pregiudizi, vizio, perfidia, luridezza, dolore e morte.
Dopo Star System e Love & Secrets, dove interpretò Kathie Durst ammazzata dal suo stesso marito, arrivò per lei il ruolo più importante del suo ultimo decennio di carriera. Lars Von Trier la propose al pubblico nel sublime Melancholia nelle vesti della contorta Justine, per cui vinse il premio a Cannes come miglior interpretazione femminile.
E’ proprio grazie all’intervento di Von Trier che Kirsten Dunst è stata rivalutata negli anni, considerati da troppi, erroneamente, un’attrice di non ragguardevole talento.
Tra gli ultimi anni di carriera, vanno ricordati i ruoli in On the Road, The Wedding Party, Il diritto di contare e L’inganno, dove spicca in bravura tra il celebre cast di talenti mostruosi (Nicole Kidman, Colin Farrell).
L’eterna adolescente Kirsten è ormai una donna, desiderosa anch’essa, nella sua umiltà , di essere riconosciuta come un’attrice seria. Ce lo ricorda la sua reazione al Festival di Cannes alla premiere de L’inganno di Sofia Coppola, dove Kirsten è scoppiata a piangere per l’emozione di essere ritornata sul red carpet con la regista con cui aveva stretto un sodalizio anni prima.