I 10 film d’animazione orientali più belli di sempre

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3) La Principessa Splendente – Isao Takahata (2013) I 10 film d'animazione orientali più belli di sempre

La Principessa Splendente di Isao Takahata è un film unico e sincero, che colpisce dritto al cuore per il suo modo di raccontare una storia senza filtri o edulcorazioni di sorta. Un’opera d’arte che porta in vita dei disegni eccezionali, semplici nelle forme, ma estremamente vividi nei colori.

Uno stile visivo in grado richiamare lo spirito della protagonista, un animo puro che rifiuta tutto ciò che non è essenziale per la vita stessa. Un personaggio tanto limpido e semplice da incarnare un grido all’insegna di un’esistenza priva di elementi ridondanti e superficiali, ma intrinseca di emozioni basilari per l’esistenza.

La principessa splendente quindi non è altro che uno spirito che rappresenta la libertà e l’amore per tutto il creato, un elemento puro a cui potersi ispirare. Un simbolo antropomorfo che però viene incompreso dall’uomo e sfruttato a proprio piacimento e per raggiungere degli obbiettivi personali.

Kaguya, la protagonista della storia, passa da una mano all’altra come un oggetto da contemplare o una creta da plasmare a proprio piacimento. Quasi nessuno ascolta il suo grido interno, quel contrasto emotivo tra l’esistenza che brama e quella che vive, trasformandola così in un’essere privo di entusiasmo e di vitalità. Un individuo recluso in una dimensione che non gli appartiene, proprio come tanti uomini nella società di oggi, che lentamente incomincia a desiderare la morte, scordandosi i motivi per cui tanto l’aveva desiderata. Una vita senza emozioni e motivi per cui essere vissuta può essere paragonata ad un’eternità apatica e contemplativa, dove nulla accade e niente è meritevole di attenzione.

La Principessa Splendente però non è solamente questo, ma anche una critica alla cupidigia dell’uomo e del suo desiderio di condurre una vita ricca di oggetti da possedere e contemplare, ma priva di quella vera sostanza che le da sostanza. Una malattia che corrompe anche gli animi più puri, portandoli a desiderare inconsciamente anche ciò che non potranno mai ottenere.

Isao Takahata realizza così un capolavoro dell’animazione ed uno dei film di genere più belli della storia del cinema, caratterizzato da dei disegni strepitosi e delle canzoni perfette per le atmosfere delle vicende narrate. Un’opera da arte da contemplare avidamente, in grado di scaldare il cuore, emozionando e facendo riflettere al tempo stesso lo spettatore.

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2) Belladonna of Sadness – Eiichi Yamamoto (1973)

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Belladonna of Sadness è un film sensuale, poetico ed affascinante sia nella forma che nel contenuto. Un’opera incredibile, forte di una colonna sonora perfetta per la storia narrata e di uno stile di disegno unico nel suo genere. Un lavoro perfetto che ha ispirato innumerevoli regie nel corso della storia, acquisendo così il titolo di capolavoro universale. “Belladonna of Sadness” è un trattato poetico a favore della donna, di quella figura da sempre vessata dall’uomo, ma pur sempre a lei inferiore. Un film che esalta la figura femminile, sia nella sua forma, sempre sensuale ed eterea, che nella sua potenza, caratteriale ed intellettuale.

I colori ad acquerello, sempre in movimento, e il tratto, spesso appena abbozzato e a volte più dettagliato, conferiscono all’opera un taglio registico e narrativo sorprendente, in grado di esaltare il corpo femminile e nelle atmosfere del lavoro in questione. Magia, spiritismo, erotismo ed epicità si mescolano in una storia drammatica e fatata, capace di far star male e affascinare allo stesso tempo. Uno dei film d’animazione più belli di sempre, un vero e proprio capolavoro della storia del cinema.

1)  Akira, di Katsuhiro Ōtomo (1988)

I 10 film d'animazione orientali più belli di sempre

Akira è il capolavoro nato dalla fervida mente di Katsuhiro Ōtomo. Al suo interno possiamo trovare una miriade di tematiche: religione, politica, potere, amicizia, odio, rivalsa. Come già accennato, il 1988 fu un anno di consacrazione dell’animazione giapponese.

Akira apparve da subito come un’opera immensa, curata nei minimi dettagli e dalla resa verosimile alla realtà. Il film ci porta nel 2019, dopo la distruzione di Tokio dovuta a un’incredibile esposione. Troveremo quindi una Neo Tokio senza un governo stabile e una crescita economica praticamente nulla. Il futuro è incerto e si vive nella costante paura di un’ennesima catastrofe. Gli adolescenti creeranno gang di centauri per scontrarsi lungo le strade della nuova città, per sentirsi vivi.

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Tra essi troviamo Kaneda, leader di una banda composta da ragazzini, tra cui Tetsuo. Quest’ultimo è il più piccolo del gruppo e vive in costante equilibrio tra ammirazione e rivalsa nei confronti di Kaneda.

Durante una lotta con un’altra gang, Tetsuo resterà gravemente ferito in seguito a un incidente. Il tutto è causato dall’apparizione in mezzo alla strada di uno strano bambino col volto avvizzito. Con l’arrivo della polizia militare sia Tetsuo che lo strambo essere verranno prelevati.

Da quel momento tutto cambierà radicalmente.

Kaneda si unirà ai rivoluzionari e tenterà a ogni costo di recuperare l’amico. Tetsuo verrà utilizzato per delle ricerche di laboratorio, un’imponente progetto nominato Akira. Una volta ripreso, Tetsuo capirà di aver ricevuto lo stesso trattamento di altri tre bambini (tra cui quello che stava per travolgere con la moto).

Finirà poi per mettere alla prova i suoi straordinari poteri telecinetici scontrandosi con loro.

Ormai completamente fuori controllo e ossessionato dalla ricerca di Akira, Tetsuo compirà continue stragi fino a perdere la padronanza di se stesso. Tra colpi di Stato, ribellioni e il tentativo di fermare Tetsuo, il film farà leva sulla continua ricerca di potere, fino ad arrivare al culmine massimo della pellicola.

Akira risulta in tutto e per tutto una pellicola immensa, dal grande lavoro di animazione alla composizione delle musiche, dalla trama intrecciata e complessa alla caratterizzazione dei personaggi e della città. Un vero e proprio capolavoro di genere e dell’animazione.