10 masterpieces asiatici che tutti dovrebbero vedere
Una casa sospesa nel tempo, dove tutto quello che si trova al suo interno, sembra trovarsi in un limbo senza età . Tre personaggi cardine e tre atti, per una pellicola dannata, sensuale e visivamente incredibile. La storia di una ladra e di una truffatrice che, in accordo con un uomo, tenterà di sottrarre un immenso patrimonio ad una donna persa in se stessa e nei meandri della sua immensa dimora.  Una pellicola in grado di sorprendere lo spettatore sotto ogni punto di vista, sia dal lato tecnico con una regia studiata ricca di movimenti di macchina interessanti e con una delle fotografie migliori dell’anno, sia per una storia lontana da banalità e interessante per il contesto in cui è inserita. L’atmosfera pesante, statica e pressante fa da padrona, trasmettendo allo spettatore una sensazione di angoscia e di prigionia, soprattutto nelle prime battute del film.
The Handmaiden è attesa, attesa per un primo bacio, per un primo contatto, per uno momento utile per cambiare la propria esistenza, una volta per tutte. Handmaiden è sesso, quello passionale che ci può essere tra due amanti, quello senza sentimenti e quello da spettacolo, utile per intrattenere i più viscidi degli esseri umani. The Handmaidenè tradimento, tradimento per soldi, per amore e per libertà e forse è per quest’ultimo che faremo il tifo. Un capolavoro estetico di incredibile potenza, che riesce a trascinare lo spettatore in una realtà quasi distante da quella a cui appartiene, intrattenendolo e ammaliandolo per tutta la sua durata.
7. Memories of Murder – Joon-ho Bong (2003)
10 masterpieces asiatici che tutti dovrebbero vedere
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Alienati, rigurgiti di una società meschina e avversaria all’uomo che protende all’annichilimento del singolo individuo. I protagonisti di Castaway on the Moon sono quindi due reietti, due fuggitivi da una realtà troppo opprimente e non più conferme ai loro bisogni. Entrambi scelgono di rifugiarsi in un mondo tutto loro, dove nulla può infrangere le regole da loro stabilite e niente dall’esterno può rovinare quel universo. Una decisione estrema, attuata per motivi differenti, ma che converge in unico punto in comune e in una comunicazione primordiale, quanto efficace. Se da una parte possiamo assistere ad un richiamo all’essenza della vita, in contrapposizione con la follia urbana, dall’altra osserviamo ciò che produce la società odierna e cosa fa per risolverla. I protagonisti incarnano due fantasmi nati dalla diversità , da tutto ciò che non si conforma con quello che oggi riteniamo sano e corretto, trasformandosi inevitabilmente in una ribellione spesso autodistruttiva.
10 masterpieces asiatici che tutti dovrebbero vedere
La verità è solo un’altra finzione, l’ennesima rappresentazione teatrale che confina l’uomo in un’esistenza predefinita ed esasperata. In Antiporno l’unica realtà che ci viene mostrata è una stanza dai colori accesi, un mondo portato allo stremo dove la finzione si mescola con il concreto. Sion Sono con questo suo lavoro non imbastisce unicamente una critica rivolta alla società giapponese e alla sua gestione strutturale. Un pensiero che seppur rivolto direttamente rivolto ad una sola nazione, può ugualmente essere trasposto all’intera collettività ,
Le donne sono attualmente destinate a recitare un copione, un elenco di regole impartito indirettamente da una società ipocrita e propensa all’uguaglianza solamente in apparenza. Nessuno vuole realmente ascoltarle, nessuno desidera tenere seriamente conto di quello che dicono. La libertà di parola a loro concessa è solo un’illusione. Un’abile inganno protratto da decenni, esattamente come tutte le altre libertà che appartengono al genere femminile. Le donne in Antipornovengono confinate all’interno di una stanza, simbolo della realtà distorta e limitata in cui si muovono, soffocano e gridano.  Nella vita vengono così chiamate a fare una scelta, essere delle cagne e quindi rinnegare la loro reale indipendenza, oppure divenire delle puttane ed essere finalmente libere di esprimere la loro totalità . Una scelta che viene semplificata tra una vita al collare, atta a servire, oppure un’esistenza all’insegna dell’amor proprio e dell’essere padrona del corpo e della mente.
Questa però alla fine non si rivela altro che la visione distorta di un uomo, che muove le protagoniste come dei pupazzi.