4. Paura e Delirio a Las Vegas, Terry Gilliam (1998)
Ci sono storie che vengono considerate quasi impossibili da trasporre sul grande schermo. Opere letterarie talmente folli, visionarie e complesse da far paura a qualsiasi sceneggiatore e regista. Fortunatamente per noi, viviamo in un mondo in cui vive un signore di nome Terry Gilliam. Il film è tratto dal romanzo autobiografico di Hunter Thompson, che racconta del suo viaggio da LA a Las Vegas per scrivere un pezzo su una corsa in moto nel deserto. Psichedelico ed esasperato, i due protagonisti (interpretati da un grande Johnny Depp e un altrettanto grande Benicio Del Toro) sono due mine vaganti, due sballati in un mondo che non gli appartiene. Due reduci del ’68 che si mescolano con l’America delle grandi auto, dei grandi sogni di ricchezza a pochi anni dalla fine della rivoluzione culturale. Lo stile visionario di Gilliam completa perfettamente il quadro, integrandosi completamente con lo stile narrativo di Thompson. Un classico esempio di film che poteva essere diretto soltanto da uno specifico regista.
5. Quei Bravi Ragazzi, Martin Scorsese (1990)
Maestro indiscusso della Nuova Hollywood, Martin Scorsese si è spesso dedicato a figure e storie realmente esistite ed accadute. 10 anni dopo il meraviglioso biopic su Jake LaMotta e prima del grande successo di The Wolf of Wall Street, il regista americano gira uno dei suoi film più famosi ed apprezzati. Quei Bravi Ragazzi è tratto dalle vicende di Henry Hill, un pentito della mafia italoamericana. Scorsese è al top della forma dietro la macchina da presa, la sceneggiatura è granitica e ci butta, attraverso la voce dello stesso Hill, in mezzo alla mischia, in quel freddo mondo fatto di crimine, personalità al limite dello psicopatico e tanti soldi. Si serve inoltre di un trio di attori impressionante, composto da Ray Liotta, Joe Pesci (che vincerà l’Oscar per questa pellicola) e Robert De Niro. Uno dei classici esempi di storie reali così folli da sembrare inventate di sana pianta.
Basato sulla vera storia dell’alpinista americano Aron Ralston, 127 ore ci mostra le terribili ore dell’uomo rimasto intrappolato per 5 giorni in un crepaccio nello Utah. Insieme a James Franco, meraviglioso interprete di Ralston, ripercorriamo dunque la sua vita, a partire dalla sua confessione davanti ad una telecamera, lasciata a memento per quella che sembra oramai una morte certa. Ma Ralston riuscirà a salvarsi, compiendo un gesto estremo. È la volontà di vivere che avrà la meglio, in questo splendido film diretto da Danny Boyle. Un vero autore che tornerà a lavorarare ad un biopic negli anni a seguire, raccontandoci la vita di Steve Jobs.
7. JFK – Un caso ancora aperto, Oliver Stone (1991)
Oliver Stone è da sempre un regista molto critico verso la società. Il suo cinema trasuda la volontà di parlare del mondo reale, di analizzare eventi storici ed indagare su fatti realmente accaduti. Quale forma migliore dunque se non quella di ispirarsi direttamente a storie reali? JFK – Un caso ancora aperto segue gli antefatti del famoso omicidio di John Fitzgerald Kennedy e le conseguenti indagini del procuratore distrettuale di New Orleans. In sostanza, il film ci porta a dubitare della versione ufficiale, secondo cui Lee Harvey Oswald avrebbe agito per proprio conto. Il procuratore Jim Garrison (interpretato da Kevin Costner) sarebbe infatti arrivato alla conclusione che ci possa essere stato un coinvolgimento da parte dell’FBI e non solo, con la complicità dell’allora vicepresidente Lyndon Johnson. Il film ha scatenato un’autentico tornado in patria, tanto da portare alla creazione di una nuova commissione d’inchiesta per tornare a discutere di uno degli omicidi più importanti del secolo scorso.