Marie Antoinette è un film del 2007, diretto da Sofia Coppola e vincitore dell’Oscar per i Migliori Costumi nell’edizione del 2007.
Siamo nel 1768, l’imperatrice austriaca Maria Teresa per ufficializzare l’alleanza tra Austria e Francia, offre in sposa la sua giovane figlia Maria Antonietta. La ragazza andrà in sposa al delfino di Francia, futuro Luigi XVI. Il film apre proprio con una sequenza del viaggio di Maria Antonietta, partendo dall’Austria verso la Francia. Arrivata sul confine dei due stati, i valletti presenti la spogliano per rivestirla con abiti puliti, come a simboleggiare un nuovo inizio. Finalmente giunta nella Reggia di Versailles, la delfina di Francia riceve un’accoglienza maestosa. Ma per Maria Antonietta non sarà facile convivere con l’aristocrazia francese. Senza contare poi, che la storia dell’uomo riserva sempre sorprese e nulla è statico per troppi decenni.
Marie Antoinette – La Recensione
La Coppola osa particolarmente in Marie Antoinette. La regia della regista si sofferma su particolari, sempre colorati e sfarzosi. Sono numerosi gli elementi in cui si evince questo coraggio. Questi comprendono perlopiù elementi visivi; partendo dalla fotografia, lo sfarzo ed il lusso di Versailles vengono resi in pieno: i colori dominanti sono sicuramente l’oro ed i colori pastello. Il discorso vale anche per la scenografia ed i costumi, quest’ultimi vincitori agli Oscar, per la loro accuratezza storica e la loro bellezza. Parlando invece della colonna sonora, anche qui il coraggio non manca. Tra le tracce presenti figurano i The Strokes, i The Cure e molti altri contrapposti a brani di musica classica. E contrapposti anche al contesto, ma sorprendentemente funzionali.
Ma il film non è solo un’esperienza visiva e musicale, Marie Antoinette è un biopic pieno di contenuti.
Sono numerosi i punti che si affrontano: partendo dal principio si sottolinea immediatamente nel film la spontaneità di una giovane donna che si va a scontrare con la rigidità della nobiltà e delle tradizioni. Un gesto tanto semplice quanto efficace è il saluto che Maria rivolge ad una nobile francese durante il viaggio: di fronte ad un saluto freddo e circostanziale risponde con un caloroso abbraccio. Non manca anche un pizzico di ironia, nel mostrare questa plasticità dell’aristocrazia: nella scena della vestizione mattutina, quando la povera Delfina è nuda e sta patendo il freddo e non si riesce a decidere chi debba vestirla. Purtroppo per la nostra giovane, non mancano nemmeno i problemi matrimoniali, la forte spinta al concepimento di un’erede per la Francia spinge al raffreddamento dell’atmosfera nel letto, con Maria Antonietta che si dimostra anche molto timida in alcune circostanze. Ma la vita a palazzo non sarà così rilassata per sempre a Versailles, e non è una sorpresa se si conosce un po’ di storia.
Nel ruolo della nostra protagonista c’è Kirsten Dust, un’ottima scelta.
La Dust si presta perfettamente, non solo al livello estetico (esile e ricca di candore) ma soprattutto per le sue innegabili doti attoriali. E’ perfettamente equilibrata nella sua performance, centra il ruolo totalmente. Negli altri interpreti figura anche un’inaspettata Asia Argento, interpreta una cortigiana di palazzo molto molto particolare. C’è anche un giovanissimo Tom Hardy quasi irriconoscibile, ma piuttosto anonimo. Kirsten Durst rimane il centro assoluto di questa pellicola. Consigliamo quindi caldamente questo film, che rinnova un po’ il genere dei film biografici, offrendo una nuova visione. Una visione sempre un po’ rosa, femminile, come spesso accade nei film della Coppola.