ll quinto lungometraggio di Danny Boyle, 28 giorni dopo, è un zombie movie tra i più rinomati.
Nel cast del film sono presenti Cillian Murphy, Naomi Harris, Megan Burns e Brendan Gleeson. Siamo in Inghilterra, un gruppo di animalisti irrompe in un laboratorio dove si svolgono esperimenti sugli animali, in questo caso primati. I ragazzi fedeli alla loro causa liberano le bestie, nonostante le raccomandazioni di un tecnico sulla pericolosità degli animali infetti. Come previsto, le scimmie cominciano ad attaccare gli esseri umani.
28 giorni dopo…
Sullo schermo appare questa frase. Ci ritroviamo così in una camera di ospedale. Qui un ragazzo di nome Jimsi è appena svegliato. Dal suo stato capiamo che era stato ricoverato. Jimesce dalla stanza ma non trova nessuno. Esce dall’edificio e per strada non c’è anima viva. Comincia a camminare in cerca di una spiegazione, di qualcuno che gli possa spiegare che succede.. le persone sembrano scomparse nel nulla.
Senza saper cosa fare si rifugia in una chiesa. Entrato vede una moltitudine di persone distese per terra. Il prete della parrocchia tenta di aggredirlo, facendo strani versi e movimenti a scatto. Jim è sempre più spaventato e comincia a capire la gravità della situazione. Cercando di fuggire da quelle strane persone, due ragazzi lo aiutano a scappare. Terminata la fuga, tutti e tre si rinchiudono in un negozio. Qui Selena, una giovane ragazza, spiega a Jimcosa sta accadendo: un virus ha distrutto la civiltà , il contagio avviene attraverso il sangue. Una volta contagiati si ha pochissimo tempo prima di essere trasformati in un essere senza volontà .
Boyle ci presenta la sua versione di post-apocalittico horror.
La sua messa in scena è perfetta: inquadrature ben studiate mostrano la ferocia dei contagiati, sottolineata dal sangue mai risparmiato. Si è coinvolti anche se non vediamo con i nostri occhi le scene più cruente, ma sappiamo cosa sta accadendo. Di conseguenza un’ombra che corre su un muro spaventa per il presagio che porta.
Sono numerose le sequenze riprese nel corso degli anni, in questo genere. Una delle più celebri è sicuramente Jim che vaga per le strade di Londra deserte, con il Big Ben sullo sfondo. Qui il crescendo musicale va a sottolineare la disperazione del protagonista, che non è l’unico ad essere disperato: il mondo è profondamente cambiato, per sempre, e non si può fare affidamento su nessuno. Un’altra persona non è più un amico, ma qualcuno che potrebbe rallentarci in un momento di pericolo. Sulla sua strada Jimincontrerà diverse persone sopravvissute ma sarà difficile rimanere tutti uniti.
Si coglie così un’altra qualità di 28 giorni dopo: la sceneggiatura.
Nel film non mancano le morti in circostanze spesso imprevedibili, evidenziando come tutto possa cambiare in un minuto e non si ha molto tempo per riflettere. Un contagiato DEVE essere ucciso senza riflettere, senza esitazioni. Gli infetti sono veloci, implacabili e spaventosi.
Boyle plasma la tensione anche grazie alle musiche taglienti capace di accrescere il senso di pericolo e portare su nuovi livelli la tensione. Nel ruolo del protagonista Jim ritroviamo un giovane Cillian Murphy, in una delle sue prime apparizioni più riconoscibli. La sua prova è davvero convincente e riesce a reggere il ruolo alla perfezione. Di sicuro 28 giorni dopo ha contribuito alla crescita della sua carriera. Abbiamo anche un Brendan Gleeson fantastico, nel ruolo di un padre che cerca di proteggere sua figlia a tutti costi in grado, seppur non incarnando un ruolo centrale, di far breccia nei cuori più duri conquistando lo spettatore.
28 giorni dopoesce nelle sale nel 2002 e la sua fama si espande più rapidamente dell’epidemia del film. Le influenze di questa pellicola sono molteplici, primi su tutti i lavori di Romero. Ma, fattore più importante, sono state numerose le influenze che questa pellicola ha donato al genere.
Il film dimostra come si possa narrare una storia post-apocalittica in un’ora e mezza (rapporto tra i personaggi, sopravvivenza, scontri con i violenti) senza sbavature. Vi consigliamo quindi di riscoprire questo film di quindici anni fa, che è invecchiato brillantemente.
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