Due giornate di festival colme di buon cinema con ben sei film datati 2017, al Korea Film Festival di Firenze spicca l’eccellente A Taxi Driver, del quale vi proporremo al più presto una recensione approfondita.
The Suspect, by Won Shin-yun
Spy story del 2015, che mette ancora una volta di fronte le due coree. Una delle migliori spie nord-coreane, Dong-chul, viene abbandonato dallo stato e perde le tracce di moglie e figlia. Decide dunque di fuggire in Corea del Sud dove non smette di essere perseguitato, divenendo il primo sospettato dell’omicidio di un importante CEO. Dong-chul si vede così costretto ad indagare circa il reale omicida della vittima, scatenando una serie di conseguenze inattese.
Ordinary Person, di Kim Bong-han
Pellicola del 2017, che regala la grande interpretazione di Song Hyun-joo, vincitore di più di un premio grazie al film. In due ore si snoda la storia scritta da Samuel Cho, mostrando una storia crime intrigante al punto giusto, che racconta ancora una volta le vicende di un uomo semplice invischiato in affari più grandi di lui.
A Taxi Driver, di Jang Hoon
Eccoci alla vera perla del festival, di cui presto avrete una recensione completa (non appena il festival sarà giunto al termine). Per adesso ci limitiamo a dirvi che si tratta della pellicola che ha vinto la competizione, con merito secondo la nostra opinione. Già presentato in Italia al Festival del cinema di Torino, anche a Firenze il film ha strappato uno scrosciante applauso.
Un’altra storia ai margini della società dopo Jane, pellicola che abbiamo apprezzato nei primi giorni di festival, Microhabitat, titolo che descrive puntualmente l’atmosfera del film, ci porta nella grigia Seoul a sbirciare la vita di Mi-so, domestica le cui uniche fughe dalla monotonia sono garantite da un pacchetto di sigarette ed un bicchiere di whiskey. Microhabitat è un ottimo debutto per la regista Jeon Go-woon.
The Day After, di Hong Sang-soo
Pellicola presentata a Cannes nel 2017 e in competizione per la Palma d’Oro. Film drammatico in bianco e nero, recante la storia di Bong-wan, scrittore la cui crisi coniugale è acuita dalla relazione illecita intrapresa con la propria assistente Chang-sook. Il film porta la firma del regista non solo sui titoli, ma anche nelle tematiche, nella regia e nelle atmosfere evocate durante la narrazione, in cui si sente fortemente l’impronta autoriale di Hong Sang-soo. Tuttavia questo non impedisce a The day after di essere uno dei migliori film visti quest’anno al Korea Film Fest.
Una delle perle horror di questo Korea Film Festival è senza dubbio The Mimic, gradevole blockbuster rilasciato nell’agosto scorso. La pellicola sembra avere un qualche grado di parentela con una storia di Del Toro, per l’atmosfera mistica e per il mostro mitologico che la popola. La trama è ispirata ad una leggenda metropolitana proveniente da Busan, secondo la quale su una montagna misteriosa, Jangsan, dimorerebbe una mostruosa tigre in grado di imitare la voce umana.
Heart Blackened, di Jung Ji-woo
L’elenco dei film si conclude con un’altra crime story interpretata brillantemente dal grande Choi Min-shik. Si tratta del remake della pellicola cinese Silent Witness. In un terribile incidente perde la vita la fidanzata di Tae-san, un potente uomo d’affari, ma la vera sorpresa è che ad essere sospettata è la figlia stessa di Tae-san, il quale farà di tutto per ripulire il suo nome e trovare il reale assassino.