I Verdena sono uno dei gruppi più importanti del panorama del rock alternativo italiano.
Anche questa settimana torniamo a parlare di musica italiana con la nostra rubrica Band in Italy, concentrando la nostra attenzione sulle band nostrane protagoniste della scena musicale negli ultimi tre decenni.
Anche per i Verdena gli ascolti saranno tre.
1. Un brano pubblicato nei primi anni di attività.
2. Un singolo rappresentativo, scelto sull’intera discografia.
3. Una canzone dell’ultimo album per evidenziarne la dinamica evolutiva.
I Verdena nascono negli anni Novanta in provincia di Bergamo dalle idee artistiche e musicali di due fratelli. Alberto Ferrari, chitarra e voce, e Luca Ferrari, batterista. Nel 1996, per completare il trio, si unisce la bassista Roberta Sammarelli. Fin dai primi demo si possono notare l’attitudine grunge e la grande energia musicale della band. Nel 1999 con il primo album Verdena arrivano anche il riconoscimento della critica e i primi apprezzamenti del pubblico per uno dei gruppi alternative rock più originali d’Italia.
I testi dei Verdena, soprattutto quelli degli esordi, sono brevi, quasi criptici e vanno semplicemente ad incastonarsi all’interno della più complessa musica. Nel corso del tempo però anche le parole hanno assunto maggiore importanza per la band. La malinconia e la disillusione nei confronti del mondo emergono con forza e brutalità in liriche coinvolgenti e intelligenti. Alcuni tra i testi più interessanti sono Trovami un modo semplice per uscirne, Valvonauta, Muori Delay, Razzi Arpia Inferno e Fiamme, Pixel.
La musica dei Verdena è un rock alternativo, rumoroso, grunge. Un insieme di effetti per voce e chitarra e una stratificazione dei suoni che hanno permesso al gruppo di divertirsi e sperimentare nel corso dei suoi oltre vent’anni di attività.
Proprio l’accostamento tra questo mix di sonorità post-grunge tipicamente americano e i testi in Italiano ha differenziato i Verdena da molti altri gruppi nostrani.
Andiamo ora ad ascoltare le tre canzoni scelte per rappresentare la band.
1. Pixel – Verdena (1999)
“Ora non sei più che mai
una visione semplice
vorrei di più
perché non ci sei.”
L’album omonimo Verdena, pubblicato nel 1999 con l’aiuto e la collaborazione di Giorgio Canali, è il primo fondamentale lavoro della band. Un insieme di brani rock in grado di raggiungere il cuore delle generazioni di giovani della fine degli anni Novanta, come solo le band d’oltreoceano erano riuscite a fare. Al suono sporco e distorto delle parti strumentali si accompagna la voce tesa e fragile di Alberto. Tra i brani più interessanti del disco troviamo Valvonauta, Viba, Eyeliner, Infinita gioia di Henry Bahus.
“Io tremo con lei
forse ci sei
io vorrei di più
un po’ di lei.”
Pixel non è la canzone più famosa, ma è una delle più dirette e piacevoli del disco. Si apre con un semplice e incisivo riff di chitarra che si ripete con alcune variazioni alternandosi alla strofa cantata. Il testo è fondamentalmente un grido d’amore per qualcuno che non c’è. Uno sfogo che volutamente si apre a diverse interpretazioni, ma che alla base trova un’insoddisfazione di fondo, la ricerca di qualcosa di più.
2. Trovami un modo semplice per uscirne – Requiem (2007)
“Non cresci più, a tratti è normale,
Non si arrende più, il mio cuore
Cosa ti resta?”
Requiem è un album dai molteplici colori. Le tracce spaziano dal rock più duro al grunge, con influenze psichedeliche e tracce acustiche. Un perfetto mix di generi e sperimentazione che mette bene in evidenza le capacità dei Verdena e il loro grande potenziale artistico.
Tra i brani più interessanti troviamo Angie, Muori delay, Il caos strisciante, Isacco nucleare.
“Veglia in un sogno
Il paradiso è lei e non c’è più luce, per guardarci ormai.”
Trovami un modo semplice per uscirne è il brano che meglio rappresenta la band. Un testo criptico al quale non si può dare un significato univoco, ma che si adatta volutamente ai pensieri dell’ascoltatore. Una musica spoglia, triste ed essenziale che si lascia guidare dal suono della chitarra acustica. Ed ecco che con un pezzo semplice come questo i Verdena riescono ad esprimere in maniera ottima la propria identità e la propria energia.
3. Dymo – Endkadenz Vol.2 (2015)
“Non giudico e non vorrei
Trovami un medico
Non rido più e i sogni son neri
Ma lo investigherò.”
Endkadenz è un lungo album in due volumi pubblicato dai Verdena nel 2015. La band, dopo anni di carriera, sembra più matura e completa. L’attenzione e la cura dei testi affianca e completa la passione per la musica rock e la sperimentazione. Le canzoni presentano sonorità varie con numerosi buoni spunti.
Tra i brani più interessanti contenuti nel Volume 2 troviamo Colle immane, Troppe scuse, Lady Hollywood e Cannibale.
“Continuerai
Perché non lo sai
Sciocco lirico
Oggi sei fanatico
Predichi un mai”
Il mix di sonorità, ritmi insoliti e sperimentazione, tipico della band bergamasca, si manifesta nel brano Dymo. La canzone è una delle più belle dell’album, con un testo delicato e interessante che permette alla voce di muoversi su una base in continua evoluzione ed in continuo mutamento. I Verdena, a vent’anni dal loro debutto, sembrano avere ancora qualcosa da dire all’interno del panorama discografico italiano.