Shia LaBeouf reciterà in Honey Boy, un film sulla sua vita, ma non interpreterà la parte di se stesso.
Honey Boy si soffermerà a raccontare gli anni dell’adolescenza di LaBeouf — gli eventi narrati si collocano nei primi anni del Duemila, periodo in cui l’attore era impegnato nella realizzazione della serie Even Stevens, prodotta da Disney Channel —, focalizzandosi sull’analisi del complicato rapporto con il padre, un veterano della guerra del Vietnam con problemi con alcol e droghe.
Da quanto è stato dichiarato dall’attore in passato, gli anni dell’infanzia sono stati per lui un periodo oscuro, dominato dalla violenza e dalla paura: LaBeouf, infatti, è stato vittima di numerosi abusi mentali e psicologici da parte del padre eroinomane, che una volta è arrivato a puntarli una pistola alla testa.
La pellicola, la cui sceneggiatura è stata scritta dallo stesso LaBeouf con lo pseudonimo di Otis Lort, verrà diretto da Alma Har’el, la regista israeliana conosciuta dall’attore sul set del videoclip Fjögur píanó del gruppo islandese Sigur Rós.
Secondo quello che è stato rivelato da Variety, Shia LaBeouf sarà presente nel film, ma non interpreterà se stesso — l’attore, infatti, reciterà il ruolo del padre, criminale ed alcolizzato. Il ruolo dello stesso LaBeouf, invece, è stato affidato a Lucas Hedges.
Per Hedges, apparso recentemente in Lady Bird e in Tre manifesti a Ebbing, Missouri, entrambi candidati all’Oscar, il 2017 è stato un anno alquanto impegnativo, ma ricco di soddisfazioni. Ampiamente richiesto a causa del suo talento — premiato due anni fa con la candidatura come miglior attore non protagonista in Manchester by the Sea —, il giovane attore statunitense reciterà in Mid ’90s, debutto alla regia di Jonah Hill, e in Boy Erased, il film di Joel Edgerton sulla conversione forzata degli omosessuali.
L’operazione autobiografica condotta da Shia LaBeouf in Honey Boy — che deve il suo titolo al soprannome dato dal padre — assume i tratti di un progetto dalle ispirazioni fortemente narcisistiche anche, e soprattutto, a causa della giovane età del soggetto, il quale, malgrado il suo anticonformismo, può essere definito un personaggio irrilevante per la società odierna.
Non è la prima volta, però, che l’autore palesa quelle che potrebbero essere definite le proprie manie di protagonismo.
Nel novembre del 2015, infatti, era stato il protagonista di #allmymovies, una diretta dalla durata di tre giorni in cui l’attore guardava, uno alla volta, i ventinove film realizzati nel corso della sua intera esistenza. Il tutto avveniva mentre una telecamera, posta di fronte a lui, ne registrava le reazioni.
Attenzione, però. Liquidare il film definendolo un mero prodotto autocelebrativo sarebbe un grande errore: la pellicola, la cui sceneggiatura è stata inserita nella Black List dei film più attesi di Hollywood, è, infatti, una delle più desiderate dell’anno.