Ormai è dal 2016 che Stranger Things, rinomata creazione di casa Netflix, ha stregato milioni di persone.
La serie è stata da subito accolta positivamente dalla critica, che ne ha lodato il cast e l’atmosfera che omaggia il cinema di fantascienza degli anni ’80. Questo è possibile notarlo sin dai primi secondi di ogni episodio, infatti nell’ intro sono presenti i due cliché che catapultano chiunque in quegli anni: il primo è proprio il titolo Stranger things scritto con dei neon; il secondo riguarda il comparto sonoro. Mentre vediamo apparire queste parole, come sottofondo abbiamo dei bassi e dei synth, questi richiamano molto altre colonne sonore come Tron, Blade Runner o Terminator. Per gli amanti del genere è come tornare indietro nel tempo.
Complimenti ai fratelli Matt e Ross Duffer, creatori della serie, che hanno affidato molta importanza all’aspetto sonoro. Le musiche originali furono composte da Michael Stein e KyleDixon, ex membri di una band synth. Grazie al loro lavoro si crea una ottima atmosfera e un sottofondo che non stona mai e anzi, riesce a risaltare ciò che accade. Questo è un perfetto esempio di quanto le musiche possano migliorare l’esperienza di uno spettatore.
Per quanto riguarda la prima stagione ne abbiamo già parlato ed analizzato i vari aspetti nell’articolo che trovate qui.
Ora invece parleremo della seconda stagione. Questa ovviamente continua lo stupendo lavoro iniziato precedentemente, con brani rock storici, seguiti da synth e bassi incalzanti. In aggiunta ci sono diverse curiosità sulla scelta dei brani, rese pubbliche direttamente dai Duffer Brothers e dal resto del cast nell’ intervista rilasciata ad Oltre Stranger Things, che potete trovare anch’essa su Netflix.
Hanno specificato che molte musiche erano già nel copione ed erano state decise da molto tempo, come Every Breath You Take dei Police. I fratelli la adorano, invece altri membri del cast hanno sentimenti contrastanti. Per esempio GatenMatarazzo, che interpreta Dustin, la trova inquietante e la definisce simpaticamente la canzone dello stalker. E non ha tutti i torti, infatti come specifica anche il produttore Shawn Levi, hanno deciso di inserirla anche perchè suggerisce l’idea di essere osservati, di avere qualcosa che ti guarda. Questo ovviamente ci rimanda al mostro che affrontano i nostri eroi, che li osserva dal sottosopra. Per questo è stata inserita anche Talking in Your Sleep, dei Romantics.
Per introdurre Billy, il fratello di Max, e far capire subito la sua natura da cattivo ragazzo hanno scelto Rock You Like a Hurricane degli Scorpions nella sua prima apparizione. In seguito, mentre sfreccia in macchina, ascolta Wango Tango di Ted Nugen. Nelle sue scene sono inserite sempre canzoni molto rock e punk.
I creatori danno molta importanza al collegamento tra il sottofondo ed il personaggio rappresentato. Un altro esempio è quando Undici scappa alla ricerca delle sue radici famigliari e in sottofondo troviamo Runaway di Bon Jovi. Ogni scelta è perfettamente abbinata e denota un lavoro incredibile ed una cura maniacale.
Nel corso degli episodi troviamo altre hit, come Whip It dei Devo, canzoni dei Queen, dei The Clash ed altro.
Infine ovvimente non possiamo tralasciare uno dei momenti più belli della serie, ovvero il ballo finale. Qui vediamo realizzarsi molte scene che gli appassionati aspettavano, come il ballo tra Mike ed Undici ed il bacio, quello tra Lucas e Max e infine uno dei momenti più belli: il ballo tra Nancy e Dustin. In tutti questi bei momenti troviamo come sottofondo canzoni stupende del calibro di Olivia Newton John con Twist of Fate, scoperta dai Duffer per caso durante le riprese; ed anche Time After Time di Cyndi Lauper.
Stranger Things stupisce sotto ogni aspetto e grazie ad un lavoro straordinario ci tiene incollati allo schermo. Noi vi consigliamo di guardare e ascoltare di nuovo le prime due stagioni, in attesa della terza che sicuramente non deluderà.