La band di Pierpaolo Capovilla è una delle più influenti della scena alternativa italiana degli ultimi quindici anni.
Anche questa settimana torniamo a parlare della musica italiana degli ultimi decenni, con l’attenzione focalizzata sulle band che si sono distinte nel panorama discografico nostrano. Oggi parleremo del Teatro degli Orrori e li conosceremo attraverso tre ascolti.
1. Un brano pubblicato nei primi anni di attività.
2. Un singolo rappresentativo, scelto sull’intera discografia.
3. Una canzone dell’ultimo album per evidenziarne la dinamica evolutiva.
Il Teatro degli Orrori è un progetto musicale che nasce nel 2005 dall’unione delle idee di Pierpaolo Capovilla, voce e autore del gruppo, del chitarrista Gionata Mirai e del batterista Francesco Valente. Nella formazione attuale troviamo anche il bassista Giulio Ragno Favero.
I testi delle canzoni sono caratterizzati, fin dall’album d’esordio, da una forza comunicativa eccezionale, con liriche estreme, dure e originali. Capovilla, nelle sue esperienze precedenti e in particolare con gli One Dimensional Man aveva sempre cantato in inglese. Grazie ad uno stile ruvido e particolare riesce però a trovare la propria dimensione anche con la lingua italiana.
La musica è un rock alternativo, ad alto volume. Tra distorsione e rumore si alternano magistralmente momenti di quiete e delicatezza. Le doti vocali non eccezionali di Capovilla talvolta abbassano lievemente il livello dei live, rispetto alle versioni in studio, ma ciò viene ben compensato dalla carica e l’energia estrema che i membri della band sanno portare sui palchi d’Italia.
Andiamo ora ad ascoltare le tre canzoni scelte per rappresentare la band.
1. La canzone di Tom – Dell’impero delle tenebre (2007)
“Hai sentito di Tom?
Tom che se n’è andato via!
Come ci illudi, Tom,
di essere ancora tutti vivi
mentre guardiamo sempre dall’altra parte.”
Dell’impero delle tenebre è il primo album pubblicato dal Teatro degli Orrori nel 2007. La band mette subito in mostra le proprie intenzioni e le proprie qualità. Dio, guerra, disillusione, vacuità della vita e molto altro, il tutto raccontato in questo disco dal forte carattere rock. L’ironia e la sincerità cruda dei testi si sposano perfettamente con la voce e il timbro di Capovilla.
Tra le tracce più interessanti troviamo Carrarmatorock, Lezione di musica, Compagna Teresa, E lei venne.
“Avrei voluto dirti tante cose…
forse la più importante non la ricordo più.
Avrei voluto averti amato,
ma è così tardi ora.”
La canzone di Tom è il punto più alto di questo album. Una canzone toccante che tratta il tema della morte in modo differente. Un mix di rabbia, riflessione e rassegnazione, raccontati con sincerità dal frontman della band.
Il brano inizia lentamente, con la voce di Capovilla che parla dell’amico Tom su un lieve arpeggio. Esplode poi nei versi successivi per esprimere al meglio il disagio, la frustrazione e la labile distanza che separa i vivi da chi invece è già dall’altra parte.
2. Direzioni diverse – A sangue freddo (2009)
“Sarebbe stato bello invecchiare insieme
la vita ci spinge verso
direzioni diverse.”
A sangue freddo è fino ad oggi il lavoro più completo e interessante del Teatro degli Orrori. Un insieme di canzoni dal grande impatto comunicativo, con testi eccezionali e musica di qualità.
Tutti i brani di questo album sono interessanti. Segnaliamo tra le canzoni da ascoltare A sangue freddo, Mai dire mai, Il terzo mondo, È colpa mia e La vita è breve.
“È un mondo diverso che voglio
altro che storie
senza né despoti né preti
più giusto e libero se vuoi.”
Direzioni diverse è una canzone che parla di separazione, di distanza, di allontanamento. Lo fa con il classico stile forte e diretto del Teatro degli Orrori. La vita spinge verso direzioni diverse e la fine delle relazioni, delle cose, dei rapporti è parte fondamentale di essa.
Un brano triste nel quale la voce di Capovilla si mescola perfettamente con la musica creando un’atmosfera dolcemente malinconica.
3. Disinteressati e indifferenti – Il teatro degli orrori (2015)
“Sono accadute tante cose, ma non è successo niente
ma che m’importa a me
che t’importa a te
che c’importa a noi”
L’omonimo disco Il Teatro degli Orrori, pubblicato nel 2015, è il disco più recente pubblicato dalla band. Dopo un decennio il gruppo si presenta al pubblico con l’energia e l’ironia di sempre, ma con un rinnovato carattere sociale di contestazione della società, più forte ed esplicito rispetto agli esordi. La musica è meno pop, più rumorosa e aggressiva.
Tra i brani più interessanti del disco troviamo Lavorare stanca, La paura, Benzodiazepina, Cazzotti e suppliche.
“Aspirazioni
trovare un lavoro, oppure un altro
fare un mucchio di soldi da non poterli contare
o fare tanto sesso da potersi stancare”
Disinteressati e indifferenti è una canzone dal testo lungo, nel quale Capovilla parla, urla, racconta, critica, prende in giro. Un cantato quasi recitato che inizialmente spiazza, ma poi conquista l’ascoltatore. Il tutto viene eseguito su una ruvida e rumorosa base. Riflessioni, rabbia, delusioni, ironia e spirito critico rinnovano e rinfrescano lo stile del Teatro degli Orrori.