Un ex studente di James Franco denuncia la Rabbit Bandini Productions dell’attore e la Point Grey Pictures di Seth Rogen, che hanno prodotto The Disaster Artist.
La denuncia, presentata dallo studente mercoledì alla Corte Suprema di Los Angeles, riguarda le violazioni contrattuali e le false dichiarazioni delle casa di produzione di James Franco e Seth Rogen, la Rabbit Bandini e la Point Grey.
Il giovane — da quanto dichiarato nella denuncia — ha conosciuto James Franco nell’ottobre del 2012, in seguito all’iscrizione al corso di Adaptation and Collaboration. Con il passare del tempo, i due hanno collaborato per la realizzazione di diversi cortometraggi — A Walk in Winter e Obituaries —, in cui Moody ha diretto l’attore, così impressionato dalla sua bravura da incitarlo ripetutamente a scrivere l’adattamento del libro The Disaster Artist: My Life Inside The Room di Greg Sestero and Tom Bissell.
All’interno della denuncia — in cui vengono allegate numerose email che documentano il suo coinvolgimento —, l’ex studente sostiene di aver dedicato più di 60 ore alla settimana dal novembre del 2013 al marzo del 2014 per il progetto ispiratogli dall’insegnante, per il quale lavorava come assistente universitario non ufficiale presso l’università della California a Los Angeles, conosciuta anche come UCLA.
Ryan Moody — questo il nome dello studente — sostiene di aver scritto la sceneggiatura di The Disaster Artist, che ha ottenuto una nomination agli Oscar.
Lo studente — che sarebbe stato pagato cinquemila dollari per i diversi mesi trascorsi scrivendo la sceneggiatura — denuncia le due case produttrici per violazione di contratto, derivato dal ruolo promesso e poi non riconosciuto di sceneggiatore.
Variety, il giovane avrebbe rinunciato a qualsiasi credito per la sceneggiatura a causa della modica cifra di cinquemila dollari. Il “patto“, però, sarebbe stato quello di concedergli, in cambio, un credito come produttore associato, investendo inoltre tra i 5 e i 10 milioni di dollari per la produzione di On the Bus, un progetto del giovane. Moody, però, non avrebbe ottenuto il credito promesso né il budget accordato.
“Se dobbiamo essere veramente sinceri tutto il loro materiale è stato completamente adattato dal libro. Il loro incredibile lavoro non deve essere denigrato o diffamato da queste accuse inconsistenti“. O almeno, questo è quello che sostengono i produttori del film in un’intervista concessa a Deadline, riferendosi a Scott Neustadter e a Michael H. Weber, i sceneggiatori accreditati.
Affermazioni totalmente antitetiche rispetto al contenuto della causa, in cui viene sostenuta la presenza nelle bozze di Moody di una scena — quella in cui Tommy Wiseau, durante la prima di The Room, lascia immediatamente la sala a causa delle critiche negative, scoprendo poi, al suo rientro, che queste si sono trasformate in risate — che non sarebbe citata nel libro di Sestero.
Chissà se sarà proprio questa scena a costituire l’asso nella manica che porterà l’accusa alla vittoria.