Il film ci presenta Sarah Winchester: vedova e proprietaria della grossa compagnia Winchester, produttori di fucili famosi in tutto il mondo.
La vedova Winchester, ormai visibilmente invecchiata, ha perso numerosi cari nel corso della sua vita, le sono però rimasti una lontana parente e suo figlio: Marione il piccolo Henry. Sarah è convinta di essere perseguitata dalle anime delle persone morte a causa dei fucili Winchester, delle presenze insistenti a cui dà ascolto; al punto di modificare in continuazione la sua villa, facendosi guidare da questi fantasmi nei lavori. La storia inizia quando i legali della compagnia chiedono la consulenza di un medico per stabilire la sanità mentale della vedova, e se quindi è ancora in grado di gestire la compagnia. Sul posto viene chiamato il dottor Eric Prince, che (guarda un po’ il caso) ha appena perduto sua moglie, e non si è ancora ripreso.
La vedova Winchester – La Recensione
Come spesso accade nelle storie di questo genere, sul posto viene chiamato uno scettico uomo di scienza, che non crede a fantasmi e presenze, per offrire una visione razionale della questione.
Il problema de La Vedova Winchester si potrebbe riassumere con un solo termine: la banalità.
A partire dalla sceneggiatura non si ha davanti nulla di nuovo, la solita trama legata a presenze cattive e non, messa in scena presentando sullo schermo un cliché dopo l’altro. E’ frustante guardare un horror che non è in grado di stabilire una tensione capace di perdurare per tutta la durata, ma che si rifugia invece in espedienti imbarazzanti.
Gli unici momenti che dovrebbero scuotere lo spettatore sono i soliti jumpscare accompagnati da musica ad alto volume, legati uno all’altro da intermezzi a tratti molto piatti. Ma in questo modo non si costruisce nulla, non si ha davanti nulla. Possiamo inserire questo film nel calderone degli horror sui fantasmi che tra un mese non ricorderà nessuno.
La vedova Winchester – La Recensione
La vedova di Winchester – La Recensione
Ed il problema è che i difetti non si fermano solo alla messa in scena, purtroppo sono presenti anche diversi errori tecnici. Gli effetti speciali non sono degni di tale nome, ed in alcune sequenze la sontuosa villa Winchester sembra uscita da un videogioco, elemento non indifferente nella valutazione della credibilità del film. Gli interni sono caratterizzati da un’evidente fotografia patinata, eccessiva persino per un film sugli spiriti. Non si capisce come sia presente una nebbiolina all’interno della casa e non all’esterno. Gli interpreti non risaltano, offrendo prove anonime decisamente dimenticabili appena usciti dalla sala.
Un risultato finale che si spiega dando un’occhiata alla filmografia dei due registi del film, i fratelli Spierig; uno su tutti l’ultimo capitolo della saga di Saw: Saw Legacy (trovate qui la nostra recensione). Un flop annuciato quindi, soprattutto considerando i loro lavori passati. Una delusione completa, soprattutto in questi ultimi anni dove il genere horror si sta lentamente riprendendo (come non citare i due chiacchieratissimi The Witch e It follows), ma se non si osa non si offrirà mai nulla di nuovo e accattivante al genere. Di film fotocopia ne abbiamo visti abbastanza.