La Scimmia Ascolta – Febbraio 2018

La Scimmia Ascolta
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Scaldiamo questo freddo febbraio con un po’ di buona musica.

Come ogni mese arriva la nostra rubrica La Scimmia Ascolta. Le regole sono semplici, i nostri redattori de La Scimmia Sente, La Scimmia Fa consigliano alcune band ascoltate durante il mese trascorso. Le scelte e i consigli sono variegati nei generi e nella notorietà. Si può passare dal Rap al Jazz, dalla New Wave al Metal, da capisaldi di un genere ad artisti semisconosciuti.

You Killing Me

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Il duo nato nel 2010 e composto da Andrius KlimkaAndrey Kulik entrò decisamente a gamba tesa nel panorama Electro/Dubstep nel 2012. Il genere aveva letteralmente toccato l’apice della popolarità e si potevano contare decine e decine di artisti spalleggiarsi o farsi guerra tra loro a suon di EP e Remix.

I You Killing Me offrirono un qualcosa di già visto, dai vari Justice o Bloody Beetroots in primis, ma con un tocco ancora più aggressivo e orchestrale. Dopo due anni di attività riescono a strappare un contratto con la famosa etichetta Freakz Me Out e arrivare alla ribalta con il singolo My Religion.

Si presentano come due sacerdoti cristiani che vogliono unire i propri fedeli con la musica creando un legame di gentilezza e amore. Chiaramente le loro sonorità sono decisamente aggressive e i loro testi legati parodisticamente alla religione cristiana.

Anno scorso sono stati scelti per la creazione della OST del popolare videogioco World of Tanks, rinnovando il contratto per una recentissima collaborazione pubblicata negli ultimi giorni.

A cura di Claudio Faccendi.

https://open.spotify.com/artist/26FGqiHGluPt8NT4UUaZSZ

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Genere: Electro

 

Maximum The Hormone

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Una delle peggiori sfortune che può capitare a una band è quello di essere unicamente riconosciuta grazie all’uso di uno dei loro brani come sigla di una serie tv o di un programma.

E’ il caso di band come i The Rapture Ryan Star (autori rispettivamente delle sigle di Misfits Lie To Me), il cui vertice di carriera sta difatti nell’uso di un loro brano come opening theme.

Viceversa, può capitare che l’uso di un brano come sigla faccia invece da punto di partenza a un band per farsi conoscere al grande pubblico, rimanendo comunque riconosciuta come “quelli di *serie tv*”.
In questo caso parliamo dei Maximum The Hormone, quelli di Death Note.

Il gruppo di Tokyo, formatosi nel 1998, ha infatti raggiunto la notorietà oltre la frontiera nipponica solo nel 2006, grazie all’uso dei brani What’s up, People? Zetsubou Billy, usati come sigle del noto anime.

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Il quartetto asiatico suona un genere non ben definito di Metal, data l’abilità del gruppo di mischiare funkj-pop e harcore punk, in un connubio spesso e volentieri a metà tra il demenziale e il nerd.

Considerati una band di culto, i Maximum the Hormone  raramente si concedono in concerti fuori dal confine giapponese. Si contano su una mano i concerti internazionali fatti dalla band, tra cui una data al Soundwave di Sidney del 2010, mancata a causa della gravidanza della batterista Nao.

Il gruppo ha all’attivo 5 album e numerosi singoli, accompagnati da deliranti official video.
Noi vi lasciamo in ascolto Bu-ikikaesu!! del 2007, che contiene anche i due brani usati su Death Note.

A cura di Piero Ercolani.

 

Bring Me The Horizon

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Molti di voi lettori si saranno già fatti una idea su che tipo di musica producano questi ragazzoni tatuati ovunque c’è cute. Ed è proprio così, avete ragione, in parte.

Descrivere il genere dei Bring me The Horizon usando una sola parola è praticamente impossibile e riduttivo. Il gruppo inglese, proveniente dallo Sheffield, ha infatti cambiato stile più volte, praticamente in ogni album.

Nati nel 2004 scelgono come nome una frase pronunciata da Jack Sparrow in Pirati dei Caraibi. Iniziano registrandosi ed autoproducendosi in camera del cantante Oliver Sykes. Iniziano da subito ad acquistare popolarità e così, nel 2006, pubblicano il loro primo CD Count Your Blessings. Esso è caratterizzato da uno stile deathcore e da uno scream talmente estremo che non ci permette neanche di riconoscere il vero timbro vocale del cantante. Pian piano maturano negli anni e cambiano genere in ogni produzione riuscendo a lasciare sempre una propria impronta caratteristica. Passano attraverso il metalcore, post-hardcore, scream e yelling.

Così arriva il 2015 e dopo 4 album pubblicano That’s the Spirit, un vero e proprio concept di generi, perfettamente riuscito. Questo è il loro album più vicino al pop, senza abbandonare le sonorità del nu metal del precedente album unito ad una buona dose di rock elettrico ed alternativo, cori e violini. Tutto questo è unito ad una voce pulita e melodica che addirittura stupisce insieme a testi molto personali, introspettivi e mai banali.

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Insomma i Bring me The Horizon ne hanno per tutti divenendo sempre più acclamati.

Questo continuo cambio di stile è giustificato dal cantante come un percorso di miglioramento sia musicale che personale. Egli infatti è passato attraverso il tunnel delle droghe e così rispetto al precedente album vuole dimostrare il suo cambiamento. In una intervista ha infatti dichiarato che dopo essersi disintossicato non voleva più urlare, bensì cantare il proprio stato d’animo.

Così i Bring me The Horizon dimostrano la loro bravura e genialità in diversi generi. Non sono mai banali e creano sempre qualcosa di unico ed inaspettato che tocca sempre nel profondo l’ascoltatore. I loro testi infatti ci portano attraverso un viaggio interiore tra delusioni, amore, tradimenti e depressione fino ad arrivare alla salvezza che risiede proprio nella musica stessa.

Per citare Oliver Sykes nel ritornello di Happy Song:

But if I sing along, a little fucking louder to a happy song, I’ll be alright.

A cura di Manuel Berardinelli.

https://open.spotify.com/artist/1Ffb6ejR6Fe5IamqA5oRUF

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Genere: Metalcore, Alternative Metal

 

Arcane Roots

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Gli Arcane Roots sono una band di Kingston upon ThamesLondra. Fondata nel 2006 dal cantante e chitarrista Andrew Groves, insieme al batterista Daryl Atkins e al bassista Frank Tiramani. Oggi la band conta solo Groves della formazione originale, con Jack Wrench alla batteria e alle percussioni e Adam Burton al basso.

Gli Arcane Roots hanno debuttato nel 2008 con l’EP Brave The Sea (2008), e in questi dieci anni hanno pubblicato altri tre EP: Arcane Roots (2009), Left Fire (2011) and Heaven and Earth (2015) e due album: Blood & Chemistry (2013) e Melancholia Hymns (2017) (indicato dalla redazione al terzo posto dei migliori album prog dell’anno scorso).

Album che, inoltre, si è piazzato alla sesta posizione nella Official Rock & Metal Chart, la classifica musicale per i 40 singoli e i 40 album rock e metal più venduti nel Regno Unito.

Il loro stile è chiaramente di stampo progressive rock, che la band amalgama sapientemente con richiami al math rock, al post-hardcore e al post-rock.

Prossimamente in Italia avremo la possibilità di vederli esibirsi dal vivo allo sPAZIO211 di Torino, domenica 18 marzo. I biglietti li potete acquistare su TicketOne al prezzo di 17,25€.

A cura di Chiara Guidobaldi.

https://open.spotify.com/artist/58jeN5Whh7fhR67rE46qBt#_=_

Arcane Roots
Genere: Alternative Rock