Jennifer Lawrence boccia Il filo nascosto
Il filo nascosto (qui la nostra recensione) è l’ultima fatica dell’acclamato regista Paul Thomas Anderson (The Master, Il Petroliere) e vede come protagonista Daniel Day-Lewis.
Il film ha subito ricevuto reazioni positive sia dalla critica specializzata che da una larga fetta di pubblico. Inoltre, l’Academy, in vista dei prossimi Oscar, lo ha candidato a ben sei statuette, tra cui miglior film e miglior regia.
Ma non tutti sono del parere della maggioranza, e qualcuno ha storto il naso dinanzi alla storia del singolare stilista Reynolds Woodcock. Tra questi, c’è un opinione che ha scosso Hollywood, ovvero quella della celebre attrice Jennifer Lawrence, già al centro delle polemiche in questi giorni per il provocante vestito sfoggiato durante la premier di Red Sparrow (qui la nostra recensione).
La Lawrence non si è limitata solo a recensire negativamente la pellicola di Anderson, ma possiamo dire che l’ha letteralmente stroncata. Ecco le parole dell’attrice:
“Sono riuscita a guardarne 3 minuti. Chiedo scusa a chiunque abbia amato quel film. Non potevo dargli ulteriore tempo. Son stati solo 3 minuti e io ero già [pff – versi di lamentela]. Riguarda per caso i vestiti? [Il protagonista] è tipo un narcisista sociopatico ed è un artista, quindi tutte le donne s’innamorano di lui perché le fa sentire male riguardo se stesse e quella è la storia d’amore? Non l’ho visto, quindi non lo so. Io ci sono passata per quella strada, so cosa significa, non ho bisogno di guardare quel film [ride]”
Jennifer Lawrence boccia Il filo nascosto
L’affermazione che ha lasciato tutti un po’ perplessi è che l’attrice ha ammesso candidamente di aver visto solo i tre minuti iniziali del film, che, onestamente, è apparso a molti troppo poco per dare un giudizio così feroce e lapidario.
Vero che ognuno può esprimere la propria opinione, ma crediamo che l’attrice avrebbe dovuto almeno finire di vedere Il Filo Nascosto prima di giungere ad una stroncatura così netta e decisa, non siete d’accordo?
Credit: Indiewire