Nome: Pietro Zinni
Film: Smetto Quando Voglio
Residenza: Roma
Professione: Ricercatore neurobiologico
Frasi Celebri: “Sono accusato di produzione e spaccio di stupefacenti, sequestro di persona e tentato omicidio. Mi chiamo Pietro Zinni, e sono un ricercatore universitario“.
Un’ottima opera prima, che per trama, contesto ed elevata saturazione cromatica della fotografia, ricorda la famosissima serie tv americana Breaking Bad.
Visto il grande successo del primo film, Smetto Quando Voglio è diventato un vero e proprio franchise. I capitoli che completano la trilogia sono: Smetto Quando Voglio – Masterclass e Smetto Quando Voglio – ad Honorem, entrambi usciti nel 2017.
I docenti della commissione finanziatrice – anche a causa dell’impreparazione e del pressappochismo mostrati dal professore che supervisiona il lavoro – non sembrano però capirne l’importanza, decidendo di non rinnovargli l’assegno di ricerca. Pietro, nonostante abbia una mente brillante, si ritrova a 37 anni disoccupato, con la forte convinzione di non essere riuscito a sfruttare appieno il proprio potenziale e di non aver ancora ottenuto dalla vita “ciò che gli spetta.”
Con le spese condominiali che incombono e un’ingiunzione di pagamento sulle spalle, il professore deve trovare una soluzione per racimolare denaro il più velocemente possibile. Puntualmente arriva un’intuizione tanto geniale quanto folle: utilizzare le sue conoscenze scientifiche per creare una nuova droga. Sfruttando una molecola non ancora catalogata come stupefacente dal Ministero della Salute e, quindi, non ancora “del tutto illegale” si tuffa in un mondo molto distante dalla realtà accademica. Decide così di rivolgersi ad ex ricercatori universitari che, come lui, a causa dei tagli dei fondi e dei posti di lavoro, sono costretti a fare lavori inadeguati rispetto alle loro qualifiche.
Il raggio d’azione della banda aumenta a vista d’occhio, e i soldi non tardano ad arrivare, ma con essi anche i guai. Giulia (la compagna di Pietro), che lavora come psicologa in un centro di recupero per tossicodipendenti, viene a conoscenza di questa nuova droga dai suoi pazienti e, ignara di tutto, non digerisce il fatto che lo stesso Pietro faccia le ore piccole per poco credibili impegni lavorativi. Tuttavia, la minaccia più grande è rappresentata da colui che dominava il mercato prima dell’avvento della banda, ossia il temutissimo Er Murena; interpretato da un grandissimo Neri Marcorè.
Questa strana combinazione, ovvero una storia tipica della commedia italiana, messa in scena come fosse un film hollywoodiano, rappresenta il suo elemento di originalità. Edoardo Leo (Pietro) è trascinante e, con l’apporto di un cast ben assortito, strappa grandi risate, rendendo questa pellicola una delle commedie italiane più brillanti e riuscite degli ultimi anni.